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VIOLA VINTAGE – Dall’inferno al paradiso. Tris di Batistuta e magia di Edmundo: la Fiorentina stende il Cagliari e si laurea campione d’inverno

Era il 17 gennaio 1999. Un Cagliari mai domo mise i brividi alla Fiorentina. Edmundo e Batistuta poi salirono in cattedra e regalarono una vittoria preziosa alla squadra del Trap. Ma che rimpianti quel campionato

Stefano Niccoli

Vincere, ovviamente, è sempre bello. Ancor di più in rimonta. Figuriamoci se il sorpasso avviene a dieci minuti dalla fine, quando le speranze sono ridotte al lumicino. Furono emozioni incredibili quelle che la Fiorentina regalò ai suoi tifosi contro il Cagliari il 17 gennaio 1999, all’ultima giornata del girone d’andata.

I viola di Giovanni Trapattoni, primi in classifica a 32 punti a pari merito col Parma, avevano perso a Roma contro la Lazio per 2-0 il fine settimana precedente. I rossoblù dell’attuale Ct Ventura, undicesimi a 20 lunghezze, erano reduci dalla rocambolesca vittoria interna per 4-3 contro la Roma.

La Fiorentina scese in campo con: Toldo, Repka, Firicano, Heinrich, Torricelli, Rui Costa, Cois, Amoroso, Batistuta, Edmundo, Oliveira. Il Cagliari rispose con: Scarpi, Macellari, Grassadonia, Villa, Zanoncelli, O’Neill, Vasari, De Patre, Berretta, Zanetti, Muzzi. Arbitro: il signor Pasquale Rodomonti.

I padroni di casa ci misero appena sette minuti per portarsi in vantaggio: cross di Rui Costa dalla destra, colpo di testa di Batistuta in tuffo e palla in rete. Gol stupendo. Nonostante lo svantaggio, il Cagliari non gettò la spugna. Anzi, pareggiò al 32’ con un’inzuccata di O’Neill, bravo a sfruttare il traversone di Vasari. Nell’esultare l’uruguaiano si mise le mani dietro le orecchie come a dire ai tifosi viola: ‘Non vi sento più’. Il Franchi fischiò sonoramente il fantasista rossoblù. Al 56’ gli ospiti rimasero in dieci per via dell’espulsione di Cristiano Zanetti. Malgrado l’inferiorità numerica, i sardi segnarono il 2-1 al 58’: cross di Villa, colpo di testa di De Patre e pallone nell’angolino basso, alla sinistra di Toldo. La Fiorentina si riversò nella metà campo avversaria, trovando il 2-2 al 76’ con una rasoiata mancina di Edmundo dal limite. Tre minuti dopo fu Batistuta a firmare il sorpasso con una girata di destro sugli sviluppi di un angolo. Franchi al settimo cielo. Spettacolo finito? Macché. All’89’ il Re Leone fece tripletta con un preciso diagonale dopo aver ciccato la sfera. Fu una vittoria di carattere contro un Cagliari mai domo, anche con un uomo in meno. Gli uomini di Trapattoni si portarono a 35 punti, laureandosi così campioni d’inverno. Per il bomber di Reconquista le reti, fino a quel momento, erano 17 in altrettante partite. A fine campionato i centri sarebbero stati 21, uno in meno del capocannoniere Marcio Amoroso dell’Udinese.

“Con Batistuta, dall’inferno al paradiso”, titolò La Stampa lunedì 18 gennaio 1999. “Firenze aveva bisogno di un uomo esperto e carismatico come lui – disse Vittorio Cecchi Gori riferendosi a Trapattoni -. Averlo preso è il mio merito migliore, non ho mai creduto che fosse un difensivista. Batistuta? Ha dedicato tutta la sua vita alla Fiorentina, per questo mi sono battuto per tenerlo. E quando sarò vecchio, sarà lui il presidente, gli lascerò il mio posto. E oltre a Gabriel sarà sempre con noi anche il Trap”. “Lo scudetto? Dobbiamo crederci. In questi sei mesi abbiamo dimostrato di meritare il primo posto e il titolo d’inverno. Forse Lazio e Parma saranno un’orchestra, ma noi siamo diversi, saremo un quintetto di contrabbassi che poi alla fine suona una musica dolce”, commentò il tecnico gigliato.

Come finì quel campionato, purtroppo, ce lo ricordiamo tutti.

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