La quiete dopo la tempesta ha un sapore che non si può descrivere e nemmeno immaginare. Vincenzo Montella batte le mani, guarda i suoi ragazzi, stringe forte Borja Valero ma vorrebbe abbracciarli uno per uno. La rabbia accumulata in una settimana di veleni, carte bollate e improvvisi forfait si è trasformata in adrenalina pura, in furore agonistico che ha permesso ai viola di strapazzare il Milan a casa sua per la terza volta nelle ultime tre stagioni (cosa che non era mai accaduta). L’arcobaleno lo ha tratteggiato Juan Vargas, uno che doveva andare via e invece è rimasto e ha diradato le nubi con una punizione deviata dalla barriera rossonera. Vargas non aveva mai vinto contro il Milan con la maglia viola: sei sconfitte in sei partite. Aveva già segnato un gol, il 10 aprile del 2011, inutile perché il Milan poi aveva festeggiato lo stesso. Vargas ha iniziato il lavoro portato a compimento da Borja Valero, che invece a San Siro si sente a casa sua: l’anno scorso aveva realizzato qui il suo primo centro italiano, nel 3-1 che mandò all’inferno i rossoneri. (...)
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Viola, V come vendetta
Grande vittoria col Milan. E la Fiorentina sogna (COMMENTA)
Le quattro V Anche senza Cuadrado, Gomez e Pizarro e con Ambrosini acciaccato, che aveva cercato di affrettare il rientro dall’infortunio ma è stato costretto a uscire dopo mezzora, e ora rischia un nuovo lungo stop (l’ex capitano del Milan è stato salutato con affetto dai tifosi: la Sud ha esposto uno striscione pieno di affetto, lui ha risposto con applausi e parole: «Ringrazio il pubblico, volevo giocare a tutti i costi, auguro al Milan di riprendersi») e senza i gol di Rossi, la Fiorentina ha trovato la strada migliore per mettersi alle spalle la sconfitta con il Napoli. Montella è uno che non molla mai, si capisce anche da come cerca di istruire Olivera quando lo manda in campo a pochi minuti dalla fine: «Non è mai finita», gli dice. «V di vittoria, di Vargas e di Valero? Allora anche di Vincenzo - scherza -. Abbiamo meritato giocando una grande gara. Non abbiamo concesso nulla al Milan. Una vendetta per la Champions? Pensiamo solo al presente. Borja Valero è un giocatore di un’intelligenza sopraffina. La classifica? Per ora non la guardo, me la gusto». Sarà un caso, ma anche vendetta inizia con la V. Come Vincenzo, Vargas e Borja Valero.
La Gazzetta dello Sport
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