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Viola, un popolo in perenne attesa

Siamo un popolo di tifosi (viola) in perenne attesa. C’è il partito “Alla Fiorentina serve un bomber”: i “militanti” (moltissimi e in crescita) aspettano con trepidazione gennaio, interrogandosi...

Redazione VN

Siamo un popolo di tifosi (viola) in perenne attesa. C'è il partito "Alla Fiorentina serve un bomber": i "militanti" (moltissimi e in crescita) aspettano con trepidazione gennaio, interrogandosi sull'attaccante che arriverà. C'è il partito "Alla Fiorentina serve Antognoni": i "militanti" (molti, ma un po' in calo) attendono che prima o poi arrivi l'annuncio, non rendendosi conto che insistere acriticamente in questa richiesta fa il male sia della Fiorentina che di Antognoni. C'è il partito "Alla Fiorentina serve il nuovo stadio": i militanti (molti, ma stabili) non vedono l'ora che i Della Valle e il Comune si incontrino per dare il via alle ruspe.

Ma ha senso questo continuo spenzolarsi verso il futuro, ottusamente certi che sarà migliore del presente? Sul fanta mercato di questi giorni mi sono giè espresso in alcuni post che ho scritto nei giorni scorsi. Mi preme però ripuntualizzare: io spero che a gennaio non arrivi nessuno. Questo significherebbe che la Fiorentina sta andando benone e che gli attaccanti che già hanno addosso la maglia viola segnano a raffica (fra l'altro, prima di chiedere novità, aspettiamo almeno di vedere tre o quattro partite di El Hamdaoui). Tralascio il "caso-Antognoni", che eventualmente meriterebbe una post tutto suo. Dico solo che un imprenditore ha il diritto di scegliersi i collaboratori che lo convincono (anche quelli sbagliati) e di tralasciare quelli che non lo convincono (anche se potenzialmente giusti). Un'autonomia da cui discende la piena responsabilità, nel bene e nel male, dei risultati che la propria azienda (qualunque sia) ottiene.

Il tema più concreto, più complesso e, strategicamente, più importante è invece legato all'eventuale realizzazione del nuovo stadio. E qui il rischio di una cocente delusione è molto elevato. Ieri il consiglio comunale ha approvato la "variantona" urbanistica predisposta dalla giunta alla fine di settembre. E' un provvedimento che riguarda fra le altre l'area Mercafir. Dal punto di vista burocratico non ci sono altri passaggi. C'è il terreno, c'è la previsione urbanistica che individua lì la zona per costruire lo stadio, ci sono le indicazioni per la realizzazione di quegli "annessi e comnnessi" che i Della Valle ritengono essenziali per un equilibrio economico dell'investimento. Il problema sta proprio qui: bastano gli "annessi e connessi" previsti dal Comune? Forse sì, forse no. Naturalmente nessuno ha interesse a rompere su un tema così coinvolgente per la città. Il timore di perdere il consenso dei tifosi da un lato e degli elettori dall'altro, suggerisce ai protagonisti grande prudenza. Così si susseguono dichiarazioni soft che, sostanzialmente, non vincolonano ancora ad una scelta. Il Comune annuncia che per quanto lo riguarda è tutto pronto e che "la Fiorentina ci sembra interessata". Andrea Della Valle si lascia sfuggire che entro dicembre (se lo chiami risponde) ci si metterà "intorno a un tavolo" per affrontare l'argomento. Dichiarazioni apparentemente positive (e magari lo sono davvero) ma così tiepide da far sorgere più di un dubbio sulla reale possibilità che il progetto nuovo-stadio possa andare in porto.

La sensazione è che le due parti abbiano, in questo momento, l'interesse convergente di non stringere i tempi, senza farlo notare. Insomma, parlare del nuovo stadio alla Mercafir si può fare, decidere di costruirlo è un'altro paio di maniche. Le attuali "condizioni ambientali" spingono verso una soluzione positiva. I Della Valle hanno appena ricreato entusiasmo intorno a sè a alla squadra e intravedono la possibilità di tornare in Europa, forse addirittura in Champions. Il no al nuovo stadio sarebbe una doccia gelata per i tifosi che già sognano l'Arena Viola. Il Comune, o meglio il sindaco Renzi, non ha certo la minima intenzione di inimicarsi anche un solo tifoso /elettore viola in vista di una competizione politica che lo vede protagonista. Ecco dunque l'esigenza di mantenere caldo l'argomento, senza né bruciarlo, né bruciarsi. Roba da equilibristi sul filo. Occhio alle ventate.

Francesco Matteini Blog violaamoreefantasia.myblog.it