Alzi la mano chi, sullo 0-3 di ieri sera, non ha iniziato a stropicciarsi gli occhi, a ridere come un matto oppure ha creduto di avere le allucinazioni. La Fiorentina è entrata nella storia, dopo oltre 16 anni (clicca qui), grazie ad una travolgente partita contro l'Inter è tornata a provare le vertigini da alta quota. Quelle che si provano quando tutto gira bene, quando ti riesce qualsiasi cosa provi a fare. Quelle che hai quando sei primo in classifica e non sei abituato. Qualcuno potrebbe parlare di fortuna ma anche questa nasce dall'audacia, dal coraggio e dalla forza di mettere da parte la paura.
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Vertigini da alta quota
Alzi la mano chi, sullo 0-3 di ieri sera, non ha iniziato a stropicciarsi gli occhi, a ridere come un matto oppure ha creduto di avere le allucinazioni...
Sousa è il regista di un'autentica impresa, Kalinic è l'alfiere. La partita si è messa subito bene grazie ad un dogma del tecnico che il giocatore ha saputo incarnare: pressing alto, pressing ovunque, anche sul portiere. Quel controllo di palla maldestro di Handanovic ha permesso all'attaccante croato di guadagnare un penalty che Ilicic ha trasformato. La Fiorentina in seguito ha mantenuto alta la concentrazione e ha saputo approfittare di un reparto interista difensivo in serata no ed il piatto è stato servito.
Una serata così ci voleva dopo un'estate tormentata e complicata. Questo primato porta una ventata di ottimismo e riconcilia tutto l'ambiente. E' giusto non dimenticare ciò che è stato sbagliato ma in questo momento è ancora più corretto godersi il momento. Col sorriso e col cuore colmo di gioia, senza proiettarsi troppo in avanti con sogni e utopie anche se, si sa, il cervello in questi casi fa un po' quello che vuole. "Ti immagini se fosse sempre domenica, con la trasferta libera... se la Fiorentina fosse prima in classifica..." canta la curva Fiesole sulle note di Vasco. E' successo, che sia per una settimana o per di più adesso non conta. E' successo, ed è bellissimo così.
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