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Un’altra amara notte europea

Rangers, Bayern e ora Juve: eliminazioni amare, per un soffio

Redazione VN

Da quando la famiglia Della Valle – nel 2002 – è sbarcata a Firenze, quattro volte la Fiorentina è approdata in Europa. La prima nel 2007/08, quando i viola di Prandelli percorsero un entusiasmante cammino fino alle semifinali di Coppa Uefa, per poi sentir riecheggiare le musiche da brividi della Champions nei due anni successivi (con in mezzo un’altra breve apparizione nella seconda competizione europea). Fino alla serata di ieri, quando il popolo viola si è bruscamente svegliato dal sogno di poter battere la Juve negli ottavi di Europa League. Campagne europee vissute sempre - o quasi - da protagonisti, a rappresentare un’Italia che fuori dai confini è ormai allo sbando da diversi anni.

Tutti percorsi accomunati però dallo stesso denominatore: un’eliminazione a bruciapelo. La prima in ordine temporale e non solo fu quella patita con i Rangers, nobile del calcio europeo che nella semifinale di Coppa Uefa eliminò ai rigori una Fiorentina dominante ma incapace di sfondare nell’arco dei 180 minuti più supplementari il muro scozzese costruito da Walter Smith. Liverani e il Bobo nazionale, Christian Vieri, calciarono malissimo gli ultimi due penalty viola e fecero scorrere a Glasgow fiumi di birra. Quella finale poi la vinse lo Zenit San Pietroburgo, che a sua volta spazzò via contro ogni pronostico il Bayern di Toni e Ribery, facendo aumentare il rimpianto di poter alzare nuovamente un trofeo internazionale.

L’anno dopo, stagione 2008/09, la Fiorentina di Prandelli prese le misure alla Champions League: terzi nel girone dietro proprio Bayern e Lione e davanti alla modesta Steaua Bucarest, si aprirono le porte della neonata Europa League. Altro cammino bruscamente interrotto subito ai sedicesimi, quando un gol quasi allo scadere di Leonardo mandò l’Ajax agli ottavi, dopo che Gilardino aveva pareggiato lo 0-1 dell’andata al Franchi. Ma tant’è, niente in confronto a quello che sarebbe accaduto il 17 febbraio 2010 all’Allianz Arena di Monaco. Ancora il Bayern nel destino, e soprattutto Henning Ovrebo di mezzo. Klose segna in fuorigioco chilometrico il gol del 2-1, tre settimane dopo la partita perfetta, poi un capolavoro di Robben mette fine ai cinque anni di Prandelli con una squadra che da lì al termine della stagione non riuscì più a rialzarsi. E terza scoppola in tre anni, ancora per un pelo.

Poi il buio, stagioni difficili fino all’avvento di Montella, un terzo posto sfiorato l’anno scorso e ancora Europa, dalla porta di servizio. Grasshoppers, Paços Ferreira, Pandurii, Dnipro ed Esbjerg mangiate in un boccone, poi Lei. La Juve padrona in Italia imbrigliata per oltre 160 minuti. Un attimo di distrazione e la Fiorentina è in 10 per il rosso a Gonzalo, una manciata di secondi dopo Pirlo spegne sotto l’incrocio ogni speranza di qualificazione. Un’altra notte amara, ma come ha detto in modo molto lucido Diego Della Valle ieri sera questa squadra prima o poi un trofeo lo alzerà. Per dimenticare le delusioni europee degli ultimi anni, magari ripartendo dal 3 maggio allo Stadio Olimpico. Non sarà Europa, ma da qualcosa bisognerà pur partire.

PIER FRANCESCO MONTALBANO