Un punto in cinque partite contro le prime tre della classe. E' questo il bottino – magrissimo – raccolto dalla Fiorentina contro Juventus, Napoli e Roma. 3-1 a Torino con i bianconeri, con gli azzurri sconfitta al San Paolo per 2-1 e pareggio per 1-1 al Franchi, con i giallorossi, infine, caduta per 2-1 a Firenze e débacle per 4-1 all'Olimpico. All'appello manca il ritorno contro la Vecchia Signora, in programma ad aprile.
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Un punto contro le prime tre: manca ancora qualcosa
In alcune circostanze la sfortuna e gli episodi si sono messi di mezzo, ma il salto di qualità definitivo stenta ad arrivare. Il mercato di gennaio, in tal senso, andava sfruttato meglio
Troppo poco, dunque, quanto mostrato dalla squadra di Paulo Sousa contro le formazioni che, se finisse oggi il campionato, si aggiudicherebbero l'accesso alla prossima edizione della Champions League (alla Roma toccherebbero i play off). E' vero, in alcune circostanze la Fiorentina avrebbe meritato di più come contro la Roma all'andata oppure è stata la sfortuna a mettersi di mezzo, vedere i due legni colpiti lunedì scorsi col Napoli. Anche alcuni episodi hanno inciso a sfavore dei viola. Emblematica, in tal senso, la partita di venerdì sera all'Olimpico.
I fatti, o meglio i punti però, parlano chiaro: contro bianconeri, azzurri e giallorossi, alla Fiorentina è mancato quel famoso “quid” utile per il salto di qualità. Le gare peggiori disputate dai gigliati sono state quelle contro la Juventus e la Roma all'Olimpico. A Torino, i ragazzi di Sousa si limitarono al possesso palla, non tirando praticamente mai in porta. Contro la compagine di Spalletti, la gestione della sfera, l'arma principale della Fiorentina, non c'è nemmeno stata. Gli unici sussulti sono arrivati grazie ad Ilicic, prima con la conclusione a giro sul parziale di 0-0, poi col rigore del momentaneo 3-1.
La Fiorentina sta facendo più del previsto, in pochi potevano aspettarsi questo cammino. Paulo Sousa è stato bravo a dare un'identità forte alla squadra e a far sentire tutti – o quasi – parte del progetto. Manca, però, ancora qualcosa per quell'upgrade qualitativo che trasformerebbe la Fiorentina in una big. Il “salto in alto” sarebbe potuto arrivare sfruttando meglio il mercato di gennaio. Tello e Zarate sono stati gli unici, fin qui, ad aver lasciato il segno. Tino Costa sta dimostrando di non essere in condizione, mentre di Kone e Benalouane si sono perse le tracce. Ma non è ancora perso niente, i gigliati sono ancora nei quartieri alti della classifica. Da domenica prossima contro il Verona sarà obbligatorio sfruttare il calendario, sulla carta, favorevole.
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