Partiamo dal presupposto che di Cesare Prandelli ho un'ottimo ricordo sia come allenatore che come uomo e che non condivido tutte quelle brutte parole a lui indirizzate sul web sia nel nostro forum dedicato ai vostri commenti, sia altrove. Non ho però neanche capito pienamente queste continue giravolte con dichiarazioni sia dello staff medico che ha giudicato Rossi guarito lasciando la scelta ad un mero fatto tecnico, sia dello stesso tecnico che, sono sue parole, ha convocato Giuseppe Rossi nel primo gruppo sapendo di già che non lo avrebbe mai portato in Brasile. Comportandosi così ha dato solo una vana speranza ad una persona che ama il suo mestiere oltre ogni limite. Se la scelta è stata fatta, caro Cesare, è inutile continuare a tenerla in ballo. La conseguenza del comportamento del CT è solo un certo risentimento di una larga parte di tifosi verso la nazionale che fra poco giocherà un Mondiale quasi proibitivo.
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Un Pepito è per sempre
Il commento del nostro direttore: “Il teatrino non mi è piaciuto”
Fatta questa premessa ritengo che Giuseppe Rossi, anche se non al meglio, sia un attaccante in grado di scardinare qualsiasi difesa, di portare a casa una partita problematica con un tiro dei suoi, di aiutare i compagni di reparto con la rapidità dei suoi movimenti e la velocità di esecuzione dei suoi assist. Non sono un tecnico che siede sulla panchina di serie A, ma queste cose sono talmente palesi che non hanno bisogno di essere comprovate da chicchessia.
Personalmente non riesco a capire come Prandelli abbia avuto paura di portarlo ai Mondiali. Se anche si fosse fatto male avrebbe avuto una buona riserva di attaccanti da fare giocare nel reparto avanzato e ovunque con il torneo che parte fra dieci giorni Pepito avrebbe avuto il tempo e il modo di migliorare ulteriormente il suo stato di forma che certamente non è al top in questo momento.
Forse i meno giovani ricorderanno che Bearzot nel 1982 portò in Spagna Paolo Rossi che era inattivo da tempo per squalifica. Molti storsero la bocca e nelle prime fasi del Mondiale Pablito non toccò boccia, ma poi come andò a finire nella fase finale è inutile che ve lo ricordi. Il calcio di oggi è un altro sport, decisamente più atletico, ma anche il nostro Rossi non è un abatino sparato nel campo di gioco per chissà quale alchimia. Insomma il mio pensiero si riassume nel titolo "Un Pepito è per sempre": ovvero se il ragazzo non è rotto è inimmaginabile che non venga impiegato. Detto questo forza Prandelli e forza azzurri anche se mi rimane un grande rimpianto. Non aver visto Pepito dribblare e segnare in Brasile
SAVERIO PESTUGGIA
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