Tra i tanti contratti che si dovranno riconsiderare in casa Fiorentina, forse il più importante è quello di Daniele Pradè. Non ce ne vogliano capitan Pasqual, ormai prossimo alla firma sul rinnovo, o gli altri giocatori - da Pizarro ad Aquilani fino a Vargas - di cui si sta discutendo un probabile prolungamento. La questione relativa al direttore sportivo è quella, al momento, meno fluida. Perchè se hai l'accordo in scadenza a giugno 2014 e, con il mercato invernale che - almeno nelle sue fasi preliminari - inizia ad entrare nel vivo, non si sta ancora parlando di rinnovo, qualche dubbio diventa più che legittimo, quasi doveroso. Anche alla luce di qualche piccola/grande frizione registrata in seno alla società viola durante il mercato estivo. Per carità, cose che capitano anche nelle migliori famiglie e quindi, se tutto fosse vero, non ci sarebbe da meravigliarsi. E come nelle migliori famiglie, la Fiorentina ha fatto in modo, soprattutto per mano (e per voce, in occasioni pubbliche) di Andrea Della Valle, di smorzare qualsiasi tensione e ribadire la compattezza del quadro dirigenziale viola.
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Un nodo da sciogliere, prima possibile
Il contratto di Pradè è in scadenza e per ora non si parla di rinnovo…
Ma intanto le settimane passano e il contratto di Pradè non sembra "diventare una priorità". Anzi, il presidente esecutivo Mario Cognigni non ha mancato di sottolineare una certa insoddisfazione per alcune conseguenze del mercato estivo da lui definito "assolutamente deficitario", in particolare per il monte ingaggi diventato più pesante e qualche mancata cessione da cui ci si aspettava di ricavare qualcosa. Parole che sono passate un po' sotto silenzio, complice la contemporanea partita di Europa League a Dnipro, ma che indicano una certa freddezza, come minimo, tra uno degli uomini mercato (l'altro, Macia, ha invece un contratto più lungo ed è stato spesso elogiato anche pubblicamente dai vertici viola) e uno degli uomini più vicini alla famiglia Della Valle. Ecco perchè sarebbe importante che la questione venisse chiusa a breve, facendo chiarezza e magari arrivando al rinnovo di contratto per un dirigente che nel complesso ha svolto senza dubbio un lavoro eccellente dal giorno del suo arrivo a giugno 2012. Da allora la Fiorentina è risorta grazie al mercato (e quindi, anche a Pradè) fatto di intuizioni e di qualche colpo che pareva impensabile, e grazie a Montella, il cui arrivo a Firenze fu dovuto anche ai rapporti proprio col direttore sportivo, che già l'aveva "lanciato" come allenatore di Serie A nella Roma.
SIMONE BARGELLINI
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