Un cambio di rotta totale. Dopo oltre 50 anni a Cuba torna lo sport professionistico, che era stato abolito nel 1959. Spesso atleti di varie discipline (baseball, atletica e pugilato sono gli sport che vanno per la maggiore a Cuba) fuggivano, o si eclissavano durante le manifestazioni internazionali, attratti dai ricchi contratti offerti dai paesi stranieri. Con il ritorno del professionismo gli atleti cubani potranno quindi percepire uno stipendio in base ai risultati ottenuti (fino ad oggi praticare sport era un hobby non retribuito). Una sorta di anno zero per tutti gli sport, un'occasione importante per uno stato in forte espansione. Anche il calcio vive questa sorta di era pionieristica, anche se le basi sono già state gettate, come dimostra la presenza della nazionale Under 20 cubana agli scorsi mondali di categoria, che si sono svolti in Turchia nello scorso luglio.
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Un ex viola pioniere del calcio cubano
Un cambio di rotta totale. Dopo oltre 50 anni a Cuba torna lo sport professionistico, che era stato abolito nel 1959. Spesso atleti di varie discipline (baseball, atletica e pugilato …
In questa nuova avventura per il calcio cubano c'è anche un pizzico di Italia. Abbiamo contattato Pietro Resta, giovane calciatore cresciuto nel settore giovanile della Fiorentina, che dal prossimo gennaio metterà a disposizione tutta la sua esperienza nel FC Ciudad de La Habana.
Pietro, da dove nasce questa idea?
"È un'idea nata quasi per caso. Dopo il settore giovanile nella Fiorentina, dove ho vinto un campionato allievi, sono passato nella Primavera del Siena. Purtroppo poco dopo ho avuto un brutto infortunio, una frattura del femore, che mi ha tenuto lontano dai campi da gioco per quasi due anni. Mio padre mi ha proposto di andare a fare quest'esperienza ed ho subito detto di sì. L'idea è quella di andare a Cuba per aiutare la crescita del calcio cubano: un'avventura decisamente stimolante".
Una scelta di vita quindi, non una scelta economica.
"Esatto. Sono emozionato e curioso allo stesso tempo. Vado a Cuba senza nessuna pretesa, non voglio insegnare niente a nessuno. Anzi, mi metto a completa disposizione per aiutare la crescita del calcio cubano".
Il campionato inizia a gennaio e finisce a giugno, quali sono i tuoi piani per il futuro?
"Io parto con l'intenzione di restare, non voglio andare li per pochi mesi. Quello che voglio fare è aiutare la crescita e lo sviluppo del calcio, il sogno vero sarebbe vedere la nazionale cubana partecipare ad un mondiale, magari in Russia 2018".
(TMW)
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