Probabilmente – anzi, sicuramente – sarebbe stato meglio fare una passeggiata domenicale, piuttosto che “godersi” lo “spettacolo” di Udinese-Fiorentina. Partita di una tristezza disarmante, dai contenuti tecnici modestissimi. D’altronde quando manca la qualità, è difficile aspettarsi colpi di genio.
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Fiorentina, chi si accontenta… non gode. Quella “scelta” che non ha pagato
La squadra di Prandelli è sembrata giocare per lo 0-0, anzichè puntare ad una vittoria che poteva essere alla portata. E alla fine a sorridere è l'Udinese
Alla luce di quanto visto, o meglio, non visto in campo, la partita sarebbe dovuta scivolare via sul classico 0-0. Alla fine, però, i tre punti sono andati alla compagine di Luca Gotti. I bianconeri si sono tirati momentaneamente fuori dalla lotta per non retrocedere. La Fiorentina no. I ragazzi di Prandelli, ora con sette punti di vantaggio sul Cagliari terz’ultimo, dovranno sudare le fatidiche sette camicie per conquistare la salvezza.
Perdere ci può stare, contro qualsiasi squadra, ci mancherebbe, ma non come avvenuto alla Dacia Arena. Perché i gigliati hanno fatto poco, troppo poco per vincere. E’ vero, anche l’Udinese non ha quasi mai spinto sull’acceleratore: la sensazione è che le due squadre avessero sancito una sorta di patto di non belligeranza. Poi il colpo di testa a vuoto di Milenkovic ha aperto la strada al gol della meteora, nonché ex obiettivo di mercato, Nestorovski, la cui ultima gioia risaliva alla gara del 12 dicembre contro il Torino.
Contro un avversario alla portata, tra l’altro decimato dalle assenze, la Fiorentina si è accontentata del pareggio. Un atteggiamento minimal, conservatore, che nel calcio non paga quasi mai perché, quando entri in campo per non prenderle, alla fine la buona sorte ti volta le spalle. Un po’ di numeri, ripresi dal sito della Lega Serie A: otto tiri, ma solo due nello specchio della porta, un passaggio chiave, due occasioni da gol di cui una di Martinez Quarta (è l’unico calciatore della Fiorentina ad essere presente nel top five di questa classifica: le altre quattro posizioni sono occupate da Arslan, Molina, Nestorovski e Stryger Larsen). Una desolazione.
Se la mentalità non cambierà (da conservativa come abbiamo scritto sopra a progressista), difficilmente la squadra viola tornerà a lottare per le posizioni nobili di classifica. Nel frattempo, per l’ennesima stagione, c’è da conquistare la salvezza.
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