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Mercato viola, two is “megl” che one

Borini o Kalinic? L'uno non esclude l'altro. O almeno lo spera Paulo Sousa

Simone Bargellini

Vi ricordate quella pubblicità di alcuni anni fa? "Two is megl che one" era il motto, in un inglese molto maccheronico. Che rende l'idea anche sulle necessità della Fiorentina in attacco. E' una questione prima di tutto matematica: rispetto alla stagione scorsa, se ne sono andati Gilardino, Mario Gomez, Salah e Diamanti. Quattro in uscita e zero in entrata, oppure uno se consideriamo Rebic. D'accordo che c'è un Giuseppe Rossi in più e anche un Bernardeschi che è reduce da un'annata trascorsa più in infermeria che in campo. Ma considerando che il giovane croato potrebbe fare nuovamente le valigie - urge giocare con continuità dopo il deludente campionato al Lipsia - e che Pepito, comunque la si guardi, resta un'incognita sul piano della tenuta... Beh, non è che siano in tanti là in attacco.

Specialmente per il ruolo di centravanti le opzioni di mercato scarseggiano per Paulo Sousa, che pure dovrà gestire ben tre competizioni. Ecco perchè l'idea che Kalinic non escluda Borini (o chi per loro) è tutt'altro che campata in aria. Magari non è una priorità imminente quella del doppio innesto là davanti, sarebbe già qualcosa se almeno una trattativa fosse chiusa in questi giorni. Per averlo già a disposizione per l'esordio in campionato col Milan. Poi ci sarà da pensare al difensore e al centrocampista. Il tempo inizia a stringere e la Fiorentina deve essere completata, senza farsi ammaliare troppo dalle ottime sensazioni emerse dai test estivi. Alla fine, magari, se ci fosse spazio anche per un secondo rinforzo in attacco... sarebbe megl.