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Tre modi per dirti addio

Storie di saluti diversi che non fanno più versare lacrime ai tifosi (COMM.)

Redazione VN

Nelle prossime ore potrebbe calare il sipario su tre giocatori che, ognuno per ragioni diverse, termineranno la loro più o meno breve esperienza a Firenze. Nessuno probabilmente verserà lacrime così come quando se ne andò Rui Costa. O forse no. Il pubblico viola è sentimentale, passionale, arde di amore per quella maglia viola che non conquista molti trofei ma regala emozioni travolgenti. E se l'amore è il filo conduttore, è giusto guardare al primo quasi certo addio, quello di Emiliano Viviano, l'unico dei tre che lascerà la sua squadra con gli occhi lucidi. Il portierone di Peretola non ha convinto lo staff tecnico e la società, secondo quanto confermato anche da Mencucci (clicca qui), non lo riscatterà dal Palermo. E pensare che l'estate scorsa dopo una lunga ed estenuante trattativa Emiliano era giunto a Firenze decurtandosi l'ingaggio pur di tornare a casa.

Situazione diversa quella di Pizarro, sì talentuoso ma anche volubile. Tanto per capirsi Spalletti racconta che ai tempi di Udine perse il suo saluto per sei mesi dopo avergli fatto notare il vizio di non passare mai la palla (clicca qui). Il Pek dopo un paio di stagioni passate nel dimenticatoio è stato fortemente voluto da Pradè e Montella che lo hanno convinto a sposare la causa viola. Sul finale di stagione sono cominciati i primi mal di pancia corredati dal cambio del procuratore, segno tangibile della sua voglia di andarsene.

Ultimo, certo non per importanza, il caso Jovetic: il giocatore si è promesso sposo alla Juventus senza considerare minimamente la società. La sua intervista gli costerà una multa (clicca qui), poco male considerando gli emolumenti che riceverà dalla famiglia Agnelli. Nessuna sommossa popolare per il suo addio, e tanto meno verrà accolto come Baggio. Il divorzio era già sancito dalla scorsa estate e il suo apporto in questa bellissima stagione è stato abbastanza marginale, specie nella seconda fase del torneo. Lascia interdetti il totale disamore del popolo viola nei suoi confronti: a Firenze chi ha dimostrato di saperci fare col pallone è sempre stato incoronato come simbolo.

Tre addii, o probabili tali, tutti molto diversi tra loro: chi vorrebbe rimanere non farà più parte di questo gruppo, mentre chi sente la maglia viola troppo stretta fatica a trovare acquirenti che portino denaro contante. Situazioni paradossali già vissute a Firenze, lo sanno bene Rui Costa, Baggio e Batistuta, tutti addii controversi alla città. Il pubblico però ha imparato che di questi tempi conta l'affetto per la maglia viola e basta. D'altra parte si sa: Firenze, città d'arte...

STEFANO ROSSI

Twitter @StefanoRossi_