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Tre anni con Adem Ljajic, tempo di bilanci

15 Gennaio 2010: l’arrivo del serbo che ancora oggi divide i tifosi (COMM.)

Redazione VN

Il 15 Gennaio 2010, esattamente tre anni fa, sbarcava a Firenze un giovane serbo di nome Adem Ljajic, presentato il pompa magna dall’allora ds Pantaleo Corvino come un connubio di qualità e potenzialità. E le prima apparizioni del biondino arrivato dal Partizan sembravano dare ragione al dirigente salentino: tocco di palla delicato, dribbling temibile e tiro preciso, tanto che sulle punizioni poteva permettersi di far allontanare dal pallone gente come il Vargas di allora. Anche Prandelli fu colpito dal nuovo arrivato, e lo utilizzava spesso a gara in corso, cosa rara quando uno straniero si univa alla sua Fiorentina, venendo anche ripagato con prestazione convincenti.

Poi arriva il ritiro di Cortina, alcuni colpi di classe e l’attenzione di focalizza proprio su Ljajic, anche perché quella che era la prima Fiorentina di Mihajlovic dovette fare a meno sia di Mutu che di Jovetic, e quindi il giovane numero 22 si vide costretto a diventare grande all’improvviso. Sinisa lo schiera titolare spesso e volentieri, lo sprona e lo stuzzica con la famosa battuta della Nutella, e Ljajic ripaga la fiducia con i primi gol, anche se su rigore. Da lì ad oggi però non c’è stato molto altro di significativo a livello di campo nella carriera del Kakà dei Balcani, con soli quattro gol, compreso uno in Coppa Italia, per un totale di 6 reti in 71 partite. Più gustosa è invece la sua “ascesa”  per quanto riguarda il comportamento, basti pensare che siamo passati dalle battute di Mihajlovic alle botte di Delio Rossi.

Per i giovani ci vuole tempo, ma dopo tre anni è anche giusto fare un bilancio e aspettarsi qualche risultato. Tre anni fa, per farsi un’idea, El Shaarawy giocava nella primavera del Genoa, Cavani segnava massimo 14 gol in un campionato, Kakà era stato appena valutato 67 milioni e Messi vantava gli stessi Palloni d’oro di un Sammer qualsiasi. Ne è passata di acqua sotto i ponti, ma Adem Ljajic ancora non ha convinto, fa parlare di sé per la sua tecnica individuale, ma soprattutto per la poco efficacia e per i ricorrenti errori sottoporta. Tre anni di Fiorentina, e ancora divide il tifo, spezzato verticalmente fra chi vede in lui i colpi del potenziale campione e chi invece ha perso la pazienza e si è rassegnato all’ennesima corvinata.

FRANCESCO CIANFANELLI

twitter @FCianfanelli