In principio era stato Daniele Pradè a parlare senza peli sulla lingua, venerdì scorso dopo la presentazione di Verdù. Oggi, invece, è toccato ad Andrea Rogg. La conferenza del direttore generale è stata più breve di quella del Ds, ma ugualmente intensa e ricca di spunti, durante la quale il dirigente viola ha sciorinato anche dure verità. Come quella sul caso Milinkovic-Savic. Sul calciatore serbo, Rogg non ha fatto giri di parole, anzi è andato dritto al nocciolo della questione. Il dg si è assunto le colpe per un affare fatto, poi incredibilmente saltato, mettendo così il club dei Della Valle sotto una luce negativa, soprattutto sul piano della comunicazione, non solo a livello locale, ma anche nazionale. Rogg ci ha messo la faccia, ha ammesso l’errore – non tutti ne sono capaci – e di questo gliene va dato atto. Al di là del reale valore di Milinkovic-Savic, questo episodio fa capire, però, quanto ancora il dirigente gigliato debba imparare a districarsi in un mondo complicato come quello del calcio, diverso dal settore commerciale di cui faceva parte fino a qualche mese fa quando lavorava per Puma. “Sono venuto via da Genk col contratto firmato dalla società belga, ma sarei dovuto restare in Belgio qualche giorno in più finché non avessi avuto una risposta definitiva del giocatore”. Un errore grave per questi livelli. La speranza, ovviamente, è che quest’esperienza gli abbia insegnato qualcosa.
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Tra precisazioni e ammissioni di colpe: è un Rogg a tutto tondo
Dal mercato al rapporto con i tifosi, dal fatturato alla passione dei Della Valle. Cosa ne pensate delle parole del direttore generale?
Se su Salah non sono arrivate novità (sarà la Fifa ad esprimersi a dicembre), la stessa cosa non la si può dire del monte ingaggi, ridotto del 17 per cento, cifra di molto inferiore rispetto a quella raccontata inizialmente. Altro tema importante: le plusvalenze. “La strada da seguire è anche quella di puntare sui giovani e poi rivenderli a cifre molto elevate”. Dichiarazioni che hanno fatto subito alzare le orecchie a gran parte dei tifosi, “timorosi” di seguire le tracce dell’Udinese. C’è stato anche modo di parlare di Rossi, il cui stipendio verrà riposizionato tra la componente fissa e quella variabile. Non poteva mancare un chiarimento su Joaquin. Nessun errore da parte della Fiorentina. Piuttosto ci sarebbe stata un’opera di disturbo da parte del Betis Siviglia. Rogg non ha mai citato Macia, ma è evidente che al dg non sia piaciuto il metodo di lavoro dell’ex dt viola.
Non solo mercato, ma anche il rapporto con i tifosi, il fatturato e la passione della famiglia Della Valle. Sul primo punto, Rogg si è detto dispiaciuto del mazzo di fiori e dello striscione appeso venerdì scorso dal Gruppo Marasma fuori dal Franchi, ma è anche vero che gli stessi tifosi hanno risposto staccando poco meno di 21mila abbonamenti. Un dato niente male se confrontato con altre piazze d’Italia. Per quanto riguarda il secondo aspetto, il cambio di passo potrà avvenire con il marketing e in particolare con il turismo. Obiettivo: “coniugare la forza di Firenze nel mondo con la Fiorentina”. Sui Della Valle, il dg ha speso parole di elogio. “Da parte loro non c’è intenzione di cedere la società. Spendiamo 60 milioni di monti ingaggi, per il fair play finanziario dovremmo spenderne 45. La differenza la fa l’engagment della proprietà per permettere alla squadra di essere competitiva in Italia e in Europa”.
In meno di una settimana, Rogg e Pradè si sono presi la scena in casa viola, tra verità, precisazioni e ammissioni di colpe. Sabato, però, si gioca. Per fortuna il campo torna protagonista. Intanto cosa pensate delle parole del direttore generale? Commenta l’articolo a fondo pagina.
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