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Tra estetica e concretezza c’è una via di mezzo. Ma rimpiangere Montella è sbagliato

La Fiorentina non convince, ma intanto vince. E non è poco. Aspettando Pepito...

Simone Bargellini

Preferite vincere o giocare bene? "Entrambe" sarebbe ovviamente la risposta più gettonata. Ma non sempre si può avere tutto nella vita (e neppure nel calcio), allora forse ci si può accontentare. Specie se la classifica racconta di un terzo posto solitario. Eppure serpeggia un po' di malumore, almeno in una discreta parte della tifoseria, perchè la Fiorentina è bruttina, soffre parecchio, crea poche occasioni. Diciamo pure che con Montella ci siamo abituati parecchio bene, ma rimpiangere l'Aeroplanino sarebbe sbagliato. Perchè serve a poco. E perchè quel tipo di calcio aveva anche i suoi bei difetti, che Paulo Sousa sembra vicino ad eliminare. C'è una concretezza nuova, c'è una capacità di soffrire e mostrare i denti all'avversario che spesso era stata invocata ma quasi mai vista. Questa Fiorentina bada al sodo e riesce a vincere anche quando non merita. Certo, una via di mezzo non sarebbe male.

Ma intanto in una fase di assestamento, la Fiorentina ha messo in cascina punti importanti. E a volte, se non si trova il risultato attraverso il gioco, può accadere il contrario, perchè le vittorie aiutano a lavorare con serenità e fiducia. Chiedere all'Inter di Mancini, fin qui tutto fuorchè spettacolare. Deve crescere la squadra viola, questo non si può negare, ma ci sono tanti margini di crescita a cui appigliarsi. Ad esempio l'inserimento di nuovi: da Astori a Blaszczykowski passando per Mario Suarez, non possono che migliorare col passare delle settimane. Senza dimenticare Giuseppe Rossi, anzi soprattutto Pepito, che ad oggi non è neanche al 50% del suo potenziale, come era prevedibile dopo un anno e mezzo di stop. Ha solo bisogno di pazienza, lui come la squadra, e un terzo posto in classifica non è poi così male come alleato.

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