Paulo Sousa per ora resta sulla panchina della Fiorentina. Cosi è stato deciso nella riunione di venerdi tra i massimi dirigenti viola e lo stesso tecnico portoghese. Almeno per il futuro più prossimo Sousa continuerà il suo compito di guida tecnica. In vista della prossima estate e della prossima stagione da tempo si fanno però avanti le voci di possibili nuovi tecnici per la squadra viola. A campionato concluso (o forse anche prima) è presumibile che il portoghese interrompa i rapporti lavorativi con la Fiorentina e la famiglia Della Valle e per questo potrebbe aprirsi la caccia al nuovo tecnico.
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Toto-allenatore? La voglia di vincere si vede dalla scelta del tecnico
Da settimane si fanno i nomi per il "dopo-Sousa" ma finora nessuno di questi sembra convincere del tutto. E se per una volta si andasse in controtendenza con una scelta importante?
Chi sarà il sostituto? I nomi che circolano nelle ultime settimane sono sostanzialmente quattro: Marco Giampaolo, EusebioDi Francesco,Rolando Maran e Maurizio Sarri. L'ultimo tra i papabili candidati è il fiorentino Leonardo Semplici, ex tecnico della Fiorentina Primavera di Bernardeschi e attuale tecnico della 'sorpresa' Spal in Serie B.
La parola che accomuna tutti questi nomi è semplicemente una: "ridimensionamento". Perchè è questa la politica che la Fiorentina ha fatto intendere di voler attuare in futuro. Italianizzazione della rosa e ridimensionamento dei costi societari. Sarri rappresenta sicuramente il sogno di tutti i tifosi fiorentini, visti i continui rapporti burrascosi con il proprio presidente Aurelio De Laurentis. Stiamo parlando però di un allenatore ormai non più emergente, attualmente alla guida di uno dei top club della Serie A ed ancora in corsa in Champions League. Gli obiettivi di Napoli e Fiorentina sono sempre stati differenti, almeno ai nastri di partenza di ogni stagione calcistica ed è anche per questo che la candidatura del tecnico di Figline appare improbabile (oltre all'aspetto economico).
In quattordici anni di gestione targata Della Valle c'è stata sicuramente un'importante crescita societaria in riva all'Arno, condita anche da situazioni particolari come Calciopoli e le situazioni interne con i vari tecnici allontanati per poi dover ripartire ogni volta da un nuovo ciclo. Un nuovo progetto all'interno del "progetto" insomma. In tutto ciò di Coppe e di trofei neppure l'ombra. Quel famoso trofeo che la famiglia Della Valle ha sempre desiderato di ottenere, che ha sempre sperato di vincere.
Ma davvero l'obiettivo presente e futuro è ancora "vincere"? Perchè aldilà della politica di autofinanziamento attuata negli ultimi anni e ciò che è arrivato dalle varie sessioni di mercato, questo non sembra più trasparire e tanto più convincere la tifoseria ed il popolo fiorentino.
Vincere con un budget ridotto come quello della Fiorentina rispetto a quello di squadre come Juventus, Milan e Inter non sarà mai cosa facile. Per vincere non si deve soltanto spendere come ha ricordato la tifoseria viola giovedi sera dopo la sconfitta-eliminazione contro il B. Monchengladbach. Servono anche uomini in grado di vincere. Con questo nessuno intende screditare il valore tecnico e la professionalità dei vari candidati citati in precedenza, ma perchè non osare per una volta con un nome importante per la panchina? Certo, il momento attuale della Fiorentina non è cosi allettante per nessuno e l'altro nodo grosso da sciogliere sarebbe ovviamente l'ingaggio del ipotetico tecnico (visto il tetto salariale di casa Fiorentina).
Però perchè non provarci per una volta? Un nome di spicco riporterebbe sicuramente fiducia e forse anche quella tanto decantata "passione" in una piazza e una tifoseria che da troppo tempo sogna per poi risvegliarsi in una realtà non certo esaltante. Senza guardare al mercato che sarà. Freghiamocene per una volta del mercato e di chi arriverà o meno a Firenze. Quelle sarebbero soltanto operazioni secondarie. Se vale ancora la legge di una buona società calcistica (presidente + direttore sportivo + allenatore) mancherebbe soltanto l'ultima casella da riempire.
Perchè se davvero si vuol vincere, il primo tassello da inserire è quello dell'allenatore, di un buon allenatore. Ed è da quella scelta che poi si delineano e si evincono di conseguenza i programmi e gli obiettivi di una società che intende vincere oppure continuare ad essere soltanto una normale realtà del calcio italiano.
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