"Un punto che va stretto. Pensiero comune, come dopo la sfida contro il Milan. Lo ha pensato l’ambiente, lo ha ribadito Pioli. Quella percezione di un risultato mutilato che si è fatta strada con il passare dei minuti è la maggior prova che la consapevolezza in questa squadra sta aumentando. La classifica non sorride, porta sul volto un macabro risolino e niente più. D’altronde, la corsa per un piazzamento europeo sarà lunga e le concorrenti sono talmente varie che fare un’analisi potrebbe comportare il rischio di sottovalutare alcuni aspetti. Ma la Fiorentina è più che viva, lo dimostrano le prestazioni contro le milanesi: impone il proprio gioco, soprattutto in casa, e non perde da otto gare, dato che non si registrava da tre anni. I numeri, nel loro complesso, da fine novembre, sono a favore dei viola: le reti subite sono due - con Calhanoglu che ha interrotto una striscia positiva seconda solo a quella della Juventus - e la crescita, in tal senso, sta avvenendo.
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Tanto belli quanto imprecisi: per poter ambire, serve aggiustare la mira
Un pareggio che va stretto per mole di gioco e qualità della prestazione: poi, però, la Fiorentina sbatte contro una banale verità
"In questo specchiarsi negli avvenimenti positivi, dopo i due mesi iniziali di altalenante rodaggio, permangono due problemi: il primo è quello legato all’imprecisione in fase offensiva, il secondo all’assenza di rendimento in alcuni giocatori. Intanto, è necessario premettere come la Fiorentina sia la squadra, insieme al Napoli, con più tiri tentati: duecentosettantanove, nessuno come loro. Di questa statistica, però, va altrettanto detto che i viola sono primi anche per conclusioni fuori dallo specchio della porta: ne hanno totalizzate centoquarantasei, con i partenopei che, al pari dell’Inter, sono fermi a centotredici. Un dato eloquente, contestualizzato anche dal rendimento di questi numeri nel primo tempo della sfida con i nerazzurri: di dieci tiri tentati, solo uno ha centrato i pali di Handanovic. Una situazione tragica, considerando che l’ambizione viene frenata proprio da questi fattori: Thereau, Simeone e Chiesa trovano difficoltà nel prendere la mira giusta, nonostante le tante occasioni create. La scarsa vena finalizzativa è una piaga che si sta rivelando veramente pesante per i gigliati, tanto che i rimpianti per il punto si tramutano in interrogativi sulla soluzione di questi errori.
"Inoltre, mancano all’appello diversi effettivi: la difesa è sistemata, almeno nel rendimento, ma il centrocampo e l’attacco presentano diverse carenze dal punto di vista singolo e corale. Uno su tutti, Benassi: dopo il primo - tragico - periodo in una posizione non idonea, i tre gol in rapida sequenza a fine ottobre avevano illuso: anonimo, fuori dal gioco, dal ritmo e dai tempi di inserimenti. Poi, Thereau, un fardello attualmente: lento, in ritardo nei contropiede, impreciso in area di rigore, il francese ha trascinato la Fiorentina nell’iniziale momento di difficoltà, salvo poi calare dopo l’infortunio. E poi gli innesti - perché Simeone, al netto dei tanti errori che commette nell’arco della partita, alla termine dei giochi segna e, in crescendo, porta punti - a gara in corso: non inganni l’assist, Eysseric è ancora fuori dai meccanismi e dalla condizione, il tiro conclusosi direttamente sul lato della Maratona lo dimostra. L’unica certezza è Babacar, che il mercato porti una nuova linfa. E che il tempo abbia in serbo la precisione, per ambire e non vivere di rimpianti.
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