La faccenda rischia di dividere assai. E potrebbe perfino essere argomento di un referendum cittadino perché, si sa, certe cose possono condizionare il futuro delle generazioni a venire. In gioco c’è l’identità di un intero popolo pallonaro pronto a intraprendere (più o meno carico di nostalgia) un trasloco a dir poco storico. Non più la pianta a «D» (che non fu profeticamente costruita così per i Della Valle, sia chiaro) del Franchi, non più gli inzuppati «gialloni» dei giorni di pioggia a far da contorno ai viola in campo, ma finalmente un tetto per tutti sulla testa, comode sedute, posti assegnati, e un impianto audio da far invidia ai concerti di Bruce Springsteen per «sparare» a tutto volume il fino a qualche anno fa, gracchiante «labaro viola» del buon vecchio Narciso Parigi.
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Stadio Mercafir: In curva Tramvia, addio alla Fiesole
La faccenda rischia di dividere assai. E potrebbe perfino essere argomento di un referendum cittadino perché, si sa, certe cose possono condizionare il futuro delle generazioni a venire. In gioco …
Tutto bello, tutto pulito, tutto 2.0. In una parola tutto nuovo. Compresi i nomi, però. A partire da quello dello stadio (più che un referendum in questo caso decideranno molto prosaicamente gli sponsor) fino ai quattro settori in cui verrà presumibilmente divisa l’arena. Ma come? Ancora non è stata posata la fantomatica prima pietra e già siamo a pensare ai nomi delle curve? Meglio partire in anticipo, viene da rispondere, perché la storica capacità dei fiorentini di mettersi d’accordo potrebbe richiedere di gran lunga più tempo della costruzione dell’intera Cittadella.
Le soluzioni al dilemma potrebbero essere almeno tre: la scelta cardinale, quella delle bandiere, e infine quella geografica. La prima è naturalmente la più semplice e non necessita di particolare fantasia; considerando la presunta disposizione dello stadio la curva dei tifosi viola diventerebbe la Nord, la tribuna d’onore sarebbe la Ovest, quella d’altra parte la Est e infine la curva da dividere con il settore ospiti, la Sud.
Decisamente poco allettante. Meglio allora valutare la seconda opzione: le bandiere. Dall’eterno candidato Antognoni a Batistuta (a cui però dovremmo già intitolare le bandierine), dalla tribuna Robertobaggio, rigorosamente tutto attaccato (ma potrebbe non entrare nella stampa dei biglietti), fino alla curva Socrates, dove i boccali di birra sarebbero d’ordinanza. Le opzioni davvero non mancano, anzi sono talmente tante (perché no ad esempio la lenta, ma precisa, curva Kubik?) da rischiare, più che un referendum, una sfida ad eliminazione. Fisica.
Allora consideriamo la terza via, la riproposizione simmetrico-geografica del modello Franchi. Per esempio la curva Fiesole potrebbe diventare la curva Morellina (per il monte, non per il vino), la Maratona finirebbe per essere la Careggi (in fondo dopo quasi 50 chilometri l’opzione ospedale non è da scartare) e per la curva Ferrovia il passaggio a curva Tramvia (quella di viale Guidoni) sembrerebbe quasi scontato. Sempre che non si voglia a tutti costi salvaguardare la tradizione ed evitare crisi d’identità tra padri e figli. In questo caso non resterebbe che una soluzione: spostare Fiesole nella Piana. Un po’ complicato, ma non impossibile. Basterebbe un po’ di pazienza, come per i Mondiali di ciclismo.
Ernesto Poesio - Corriere Fiorentino
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