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Simoni a VN: “Fiorentina da metà classifica, annata da assestamento. Kalinic? Non commento”

In vista dell'esordio in campionato contro l'Inter, abbiamo chiesto il parere di un grande uomo di campo come Gigi Simoni

Federico Gennarelli

Inter-Fiorentina, manca sempre meno all'esordio in Serie A dei viola. La formazione di Pioli si appresta a iniziare la sua nuova stagione dopo tante novità e al cospetto di una squadra che ha cambiato molto, a partire dal centrocampo "di ex" con Borja Valero e Vecino. In un calcio che è cambiato molto in questi anni, Violanews.com ha contattato in esclusiva Gigi Simoni, uomo di campo prima da calciatore, dagli anni '50 agli anni '70 e poi da allenatore fino al recente compito con la Cremonese nel recente 2014, nonché doppio ex di viola e nerazzurri. Un inizio nelle giovanili gigliate, quindi l'esperienza in panchina a Milano nell'annata 1997/'98.

Siamo ai blocchi di partenza, Inter e Fiorentina hanno cambiato molto in questo mercato. Cosa si aspetta dai nerazzurri e cosa dai viola? 

"Io sono un po' tifoso della Fiorentina, è stata la mia prima squadra della carriera e vi sono molto legato. Devo dire però che la società ha lavorato con il pensiero forse troppo legato alle spese e ne è venuto fuori un mercato un po' al risparmio. Mi sembra che abbia costruito una squadra che può assestarsi non più del centro classifica. Per l'Inter, invece, discorso diverso: rispetto a De Boer i passi avanti sono stati importanti già in panchina. Per quanto riguarda la squadra, più o meno è stato mantenuto l'organico dello scorso anno ed è una rosa forte, che magari va puntellata con qualche altro innesto, ma penso che possa ambire ai primi quattro posti".

Lei che è stato uomo di campo e ha vissuto situazioni di ogni tipo, che idea si è fatto dei comportamenti di Kalinic e Kondogbia, in questa nuova e pessima "moda" di forzare la rottura con le società che c'è nel calcio moderno? 

"Faccio fatica a pensare a queste cose, perché non le ritengo nemmeno possibili. Una volta i giocatori si accontentavano di molto meno, erano maggiormente abituati a creare un rapporto con la società piuttosto che pensare a guadagnare il più possibile. C'era una passione maggiore, mentre qui sta diventando un fatto prettamente economico".

Venendo al campo: Borja Valero e Vecino subito da ex alla prima giornata per la Fiorentina. Quanto inciderà ritrovare subito i vecchi compagni? 

"Credo che non inciderà molto. Una volta queste situazioni 'di cuore' erano più di abitudine e c'era maggior legame con la squadra che si lasciava. Adesso ho la sensazione che invece si badi più ad altro".

Pioli come le sembra come allenatore per la Fiorentina? Può essere il profilo giusto per ricucire il rapporto con la città?

"Diciamo che l'ambiente fiorentino non è facile da sostenere. La Fiorentina, al di là del valore tecnico dei singoli, è una squadra che ha un passato abbastanza importante, perché ha sempre ottenuto le prime cinque-sei posizioni di classifica e la squadra adesso deve adeguarsi a qualcosa in meno. Inoltre, i tifosi sono sempre difficili da accontentare. Pioli guiderà una squadra giovane e la sensazione è che sarà un'annata di assestamento, ma magari mi sbaglio e vincerà il campionato (ride n.d.r.)".

Infine, lei che ha avuto modo di far parte di alcune società come dirigente come giudica l'ingresso di Antognoni in società?

"Senza dubbio, credo sia un bel regalo ai tifosi perché un giocatore così arriva una volta nella vita e di conseguenza è un fatto molto positivo. Sono personaggi che riescono a condizionare un po' l'ambiente, per quello che hanno fatto e per l'affetto che i tifosi hanno nei loro confronti. Credo sia un po' come mettersi un vantaggio in casa".

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