«Limitarsi ad elogiare lo spirito di questa Fiorentina – testuali parole di Stefano Pioli – è diventato riduttivo». Nella conferenza stampa a margine della partita di Roma il tecnico viola ha voluto ribadire che la sua squadra, oltre alla grande forza di volontà messa in mostra nelle ultime settimane, possiede qualità in senso assoluto. Un'idea condivisibile che trova esemplificazione quando parliamo della fase difensiva dei viola, forse il fattore che più di tutti ha contribuito a dare un senso al finale di stagione. Di più: a renderlo decisamente elettrizzante.
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Sei partite ed un gol subito: i successi della Fiorentina passano soprattutto da qui
Gli enormi passi avanti mossi nelle ultime settimane hanno portato la Fiorentina a livelli di solidità mai visti prima. Oggi le reti subìte sono 33, e valgono la sesta miglior difesa
Il ruolino di marcia è ben noto e parla chiaro: dalla gara casalinga contro il Chievo in poi l'unica rete al passivo registrata da Sportiello è stata quella dell'Olimpico di Torino. Il momentaneo 1-1 di Belotti spaventò i viola in un pomeriggio molto controverso, ma il bottino finale fu comunque pieno grazie al calcio di rigore realizzato da Thereau nel finale. Prima ancora c'era stata la gara di Benevento, in cui le sofferenze furono minime anche e soprattutto in virtù di un avversario non irresistibile. Discorso simile è valso dieci giorni fa per la gara interna contro il Crotone, dove Sportiello è tornato a mantenere la porta inviolata dopo la trasferta di Torino. Poi Udinese e Roma, per un totale di reti inviolate consecutive che è tutt'ora fermo a quota tre. E per quanto possa sembrare strano il record in questo senso è ancora da battere, perché nel mese di dicembre la Fiorentina è già stata in grado di inanellare quattro gare di fila senza prendere reti: la prima fu la vittoria casalinga contro il Sassuolo (3-0 Simeone, Veretout, Chiesa), poi i pareggi contro Napoli e Genoa ed infine la vittoria di Cagliari, con la prima volta da titolare per Nikola Milenkovic.
Proprio il serbo rappresenta una delle carte in più che spiegano un ultimo mese e mezzo in cui segnare alla Fiorentina è diventato difficile per tutti. Pioli lo apprezza e si fida di lui a dispetto della giovanissima età (nessun difensore suo coetaneo ne pareggia il minutaggio in Serie A), e il suo apporto si è rivelato prezioso sia dal primo minuto che a gara in corso, soluzione sperimentata in via inedita proprio ieri sera. Pezzella e Hugo nonostante qualche svarione di troppo da parte del secondo stanno mettendo in fila prestazioni convincenti, e il loro feeling aumenta partita dopo partita.
Ad un pacchetto arretrato che funziona vanno aggiunti altri dettagli tutt'altro che irrilevanti: la diligenza militaresca di Laurini, un Biraghi che col passare del tempo dà traccia di maturazione per ciò che riguarda i movimenti in fase di non possesso. E poi ancora: Dabo che in mezzo al campo si sta rivelando un'arma preziosa, Veretout e Benassi che senza rinunciare alle incursioni non mancano mai di sacrificarsi nei momenti della gestione avversaria. Insomma, se è vero che nei meccanismi offensivi la manovra non è sempre fluida (e infatti non si segnano tre reti da quattro mesi), guardando alla solidità che prende forma e a reparti che difficilmente si fanno trovare sfilacciati possiamo serenamente dare ragione a Pioli: la sua Fiorentina sta dimostrando di avere delle qualità. Anche perché senza un briciolo di valore tecnico, di un genere o di un altro, sei vittorie in fila sembrano davvero un traguardo improbabile.
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