Quando un'etichetta te la appiccicano sulla schiena non è mai facile scrollarsela di dosso, e questo Matias Vecino lo sa meglio di molti altri. È un'abitudine consolidata, quella di identificare un calciatore con la manciata di parole che crediamo possano riassumerlo al meglio: basti pensare, senza andare troppo lontano, al caso di Ilicic o a quello di Tomovic. Giocatori che chiunque a Firenze descrive nello stesso modo da anni.
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Se son rose… fioriranno!
Etichettato non senza un filo d'ironia come "il centrocampista che tira più verso la porta senza segnare", Matias Vecino si è goduto l'attesa rivincita: che cosa aspettarsi dal suo futuro?
Parlando in termini di reti segnate la scorsa stagione non è stata certo un successo per Vecino: gli appena due centri in 38 presenze (arrivati perdipiù sotto forma di doppietta nell'ultima gara di campionato, inutile ai fini della classifica) sono valsi al centrocampista uruguaiano la nomea del "centrocampista che tira più verso la porta senza segnare"; non esattamente quella più auspicabile per uno che il gol sembra desiderarlo più di altri. Dal canto suo lui, che non è un tipo particolarmente estroverso e che di fronte alle telecamere ha sempre parlato poco, non è mai sembrato dar peso all'etichetta. Testa bassa e pedalare, si è soliti dire in questi casi.
Ieri di doppietta ne ha messa a segno un altra, che rispetto a quella di circa un anno fa è decisamente più pesante in vista della disperata rincorsa europea cui in molti (Vecino compreso) sembrano ancora credere. Un primo gol, frutto di un fondamentale - l'inserimento - che non ha mai coltivato più di tanto, ed un secondo, che è interamente suo: la conduzione palla al piede negli ultimi trenta metri, la spavalderia nell'incunearsi tra cinque maglie avversarie ed infine il destro vincente. Un tiro apparso fra l'altro piuttosto inusuale nella sua dinamica per Vecino, che è solito alzare le sue parabole e che più raramente vediamo optare per conclusioni rasoterra.
La classifica dei tiratori, stando ai dati della Lega Serie A, vede Vecino parecchie posizioni più indietro rispetto alla passata stagione: sono ben 11 i centrocampisti che tirano più di lui (55esimo in totale, considerando anche ali e attaccanti), e ciascuno di essi - eccezion fatta per Memushaj del Pescara - ha segnato almeno 3 reti in più dell'uruguaiano. Segno che il suo scarso feeling con il gol è rimasto invariato, e testimonianza di come la doppietta contro l'Inter significhi davvero poco se contestualizzata.
Eppure, a prescindere da numeri e precedenti, Matias Vecino si è preso la sua rivincita e ha dato un primo, leggero scossone all'etichetta ancora ben salda sulla schiena. Da domani - avrà pensato - si cambia registro: più convinzione e precisione nei tiri, meno battute e sorrisi ironici alle spalle. D'altronde è risaputo che le due condizioni siano inversamente proporzionali, che all'aumentare del numero alla voce "reti segnate" corrisponda il cedimento dell'etichetta. Con la consapevolezza indiscutibile che se son rose... fioriranno. Prima o poi.
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