Sarri e Chiesa, destini forti ma non incrociati: domani un rendez-vous da “quasi ex”

"Uomini forti, destini forti ma anche incrociati. Dove la forza, in questo caso, è rappresentata dalla qualità. Maurizio Sarri e Federico Chiesa, due toscani d'adozione - il primo è nato a Napoli, il secondo a Genova - con le radici piantate intorno a Firenze. Le loro strade si sono quasi incrociate, non fino al punto di toccarsi. Perché se il giocatore della Fiorentina interessa ai partenopei, e non è un mistero, con la società viola che in estate diramò addirittura un comunicato per smentire le voci di una possibile cessione del classe '97, l'allenatore del Napoli è stato, per qualche tempo sulla lista dei dirigenti gigliati, prima più concretamente per il dopo-Montella, poi impossibilmente aleggiante per il dopo-Sousa.

"Sarri, cresciuto a Figline Valdarno e residente a Vaggio, ha la Toscana nel sangue, a tal punto da simpatizzare fortemente per la sua prossima avversaria in Serie A. Famoso l'aneddoto relativo alla gara di Europa League contro il Borussia Monchengladbach, quando il tecnico, appena tornato davanti alla televisione, si disperò per la rimonta dei tedeschi. Ma la sua carriera lo ha voluto solamente far crescere intorno alle rive dell'Arno, senza mai fargliele percorrere. Chiesa, dal canto suo, avrà probabilmente nel destino lidi più ambiziosi di quello attuale: non solo il Napoli - Aurelio De Laurentiis ha più volte chiesto il gioiello ai Della Valle, affermandolo anche pubblicamente - in coda per il suo cartellino, tra i più preziosi nella prossima estate.

"Napoli-Fiorentina, tra le proprie chiavi di lettura, annovera anche questa. Un passato che non ha voluto compiersi, un futuro che vedremo in cosa si tramuterà. Il tecnico dovrà risolvere i problemi che attanagliano la formazione campana, che affronta la Fiorentina dopo essere incappata in due sconfitte consecutive e dolorossissime, l'esterno invece provare a trascinare la sua squadra in una impresa ai limiti dell'inattendibile. Più facile il primo compito, maggiormente arduo il secondo. Ma la palla, come il futuro, è imprevedibile.

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