E' bene essere chiari fin dall'inizio senza troppi giri di parole: il mercato della Fiorentina non ha soddisfatto buona parte dei tifosi e degli addetti ai lavori. Lo si legge nei commenti sui siti come Violanews.com, si può sentire attraverso lo sfogo dei supporters nelle radio locali, si avverte anche per strada ai bar dello sport. Appare chiaro, non solo col senno di poi, che l'intento principe decantato già dallo scorso maggio era quello di abbassare il monte ingaggi. Il resto, dopo. La dirigenza è riuscita bene nella prima missione liberandosi di Gomez ma anche di Lazzari, El Hamdaoui e perdendo Mohamed Salah, sì fenomenale ma anche costoso in termini di stipendio. E sull'egiziano arrivano i primi dubbi sulle strategie di un mercato viola che lascia molti interrogativi che, con le apparenti incongruenze che analizzeremo, non trovano risposte certe. Perché la Fiorentina era disposta a pagare 18 milioni per riscattarlo e, una volta perso il giocatore, ne ha acquistati altri con la formula del pagherò fra 12 mesi?
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Salah, Milinkovic-Savic e alcune incongruenze nelle strategie di mercato
Quanti dubbi e incongruenze nel calciomercato viola. La speranza di una conferenza stampa resta viva...
Ad onor della cronaca va evidenziato che la società era disposta ad investire una cifra doppia su Milinkovic-Savic. Segno evidente che Sousa ed il comparto tecnico erano consci della necessità di inserire un mediano in rosa. Il giovane serbo è arrivato nella sede viola ma non ha firmato il contratto e dopo i saluti ed un pianto si è accasato alla Lazio. E il centrocampista che serviva? Può arrivare con gli stessi soldi stanziati per Milinkovic? No, è arrivato Verdù, di scuola Barcellona certo - anche un ex patròn viola si vantava di essere laureato - ma reduce da un anno negli emirati arabi. Una scommessa della quale Sousa ha avuto l'onestà di assumersi le responsabilità.
Negli ultimi giorni la società ha fatto un tentativo per Philippe Mexes del Milan. Altro segnale inequivocabile di come un centrale difensivo servisse a tutti i costi. L'operazione, vicina ad essere chiusa, è stata bloccata dal patròn rossonero e così il francese è sfumato. Il reparto arretrato viola è rimasto privo anche di Basanta che è tornato in Messico al Monterrey. Indizi che portavano a ritenere necessario un difensore in entrata. In teoria sì, in pratica no. Alonso è stato giudicato come adattabile a centrale in caso di emergenza. Ultimo, non per ordine cronologico, il caso Joaquin. Lo spagnolo è stato tenuto sulle spine fino alla fine del mercato e poi è tornato al Betis per una cifra ben lontana dai 5 milioni, quanto chiedeva inizialmente la Fiorentina. Adesso, nonostante la pausa per le Nazionali, parola al campo in attesa di poter sentire attraverso quella dei dirigenti ma soprattutto della proprietà quali siano state le strategie guida di un mercato che ad oggi è difficile da decifrare.
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