A Radio Blu parla l'ex calciatore della Fiorentina Anselmo Robbiati per l'avvicinamento alla grande sfida di sabato contro la Juventus: "Quella contro i bainconeri era una partita sentita non solo il sabato o la domenica, ma tutta la settimana. E' diversa dalle altre. Nel 1998 fu una vittoria bellissima per 3 a 0 perché quella era una Juve fortissima. Mi ricordo ancora la delusione dopo la rimonta subita a Torino da 0-2 a 3-2 nella stagione 1994/1995. Bati? Non si arrabbiava se non gli passavi la palla perché è uno equilibrato. In più noi giocavamo per lui e lui ci ripagava con gol meravigliosi.
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Robbiati: “Partita diversa dalle altre”
“Che gioia nel ’98. Viola in lotta anche per la Champions” (COMMENTA)
Già all'andata la Fiorentina ha dimostrato di poter fare molto bene contro i favoriti per la vittoria del campionato. E' una partita in cui la Fiorentina può giocarsi le sue carte. Non è inferiore a nessuno e ha ripreso a fare risultati dopo tempo. La prestazione non è mai mancata per cui va a Torino potendo giocarsi le proprie possibilità. La Fiorentina non deve porsi limiti ma giocare partita dopo partita. A parte Juventus e Napoli, credo che tutte le altre se la giocheranno alla pari con le altre. I viola sono in questo gruppo e fino alla fine lotteranno per Europa League o Champions. All'inizio della stagione non era pronosticabile una classifica come questa, per cui è giusto sfruttare al massimo l'occasione.
Il pubblico? E' importantissimo avere un sostegno come quello del Franchi. Se un calciatore sente la gente vicino prende ancora più coscienza e fiducia in quello che fa. Sono stati bravi a continuare a sostenere la squadra nonostante un mese in cui i risultati non sono arrivati.
Viviano? Essendo un tifoso vero ha sentito più di altri le pressioni che ti dà la maglia. Gli errori di un portiere risaltano di più in evidenza rispetto a quelli che si commettono in altri ruoli. Gli ha fatto bene stare fuori in queste giornate, è ritornato col lavoro e senza mai mollare. Per la mia esperienza, quando partivo dalla panchina, avevo grande rabbia e la trasformavo in energia positiva una volta sceso in campo. Invece di prendermela e arrabbiarmi con lo staff cercavo di dare il mio meglio sul terreno di gioco. In più avevo un fisico esile per cui entravo in partita con grande velocità. A chi parte fuori consiglio di sfruttare al massimo ogni occasione che il mister dà".
LO. BEN.
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