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Richards: “Ho rinunciato a molti soldi per venire alla Fiorentina”

“Al City ero un capro espiatorio. Questa è la scelta migliore per me. Due anni fa mi voleva la Juve. Cuadrado incredibile”

Redazione VN

Il difensore della Fiorentina Micah Richards ha rilasciato una lunghissima intervista al The Guardian. Queste le sue frasi più importanti (traduzione di Violanews.com): "Firenze è una città molto turistica e piena di gente che parla inglese, ma io voglio imparare l'italiano per poter interagire correttamente e per poter capire il mister quando parla. Nello spogliatoio del City comunque si parlava prevalentemente spagnolo tanto che James Milner ha frequentato lezioni di spagnolo per due anni. Il mio addio al City? Economicamente mi sarebbe convenuto rinnovare il contratto, sarebbe stata una scelta più facile rimanere in Inghilterra. Ho pensato che fosse la cosa più giusta per me trasferirmi qui. In Italia c'è un buon campionato, un posto bellissimo dove vivere, lo stile di vita è incredibile e le persone sono così cordiali. La Juventus mi voleva nel 2012, ma Mancini si oppose alla mia cessione" dice Richards che poi si sofferma su qualche compagno di squadra.

Giuseppe Rossi? "E' la stella della squadra". Juan Cuadrado? "Incredibile". Mario Gomez? "E' forte, uno difficile da affrontare". Mati Fernández? "Non lo conoscevo e onestamente, questo ragazzo è ridicolous (da intendere nell'accezione di divertente, ndr)". "La Fiorentina ha concluso al quarto posto l'anno scorso, ma la società vuole crescere ancora di più e questo è stato importante per me. Mi sto divertendo soprattutto perché penso che abbiamo una squadra che può competere ad alti livelli".

"I problemi al City? Quando mi sono infortunato al ginocchio, sono rimasto fuori alcuni mesi e Zabaleta si è conquistato il posto. Dopo l'addio di Mancini c'è stato pochissimo spazio per me. Il momento più basso è stato contro il Watford l'anno scorso (in FA Cup). Dopo il primo tempo stavamo perdendo due a zero e Pellegrini mi ha sostituito a metà partita come se fosse colpa mia. Ho pensato: 'Sto diventando un capro espiatorio qui'. Il manager ha provato a spiegarmi che dipendeva dalla mia condizione fisica precaria, ma non giocando nè in Premier League nè in Champions mi aspettavo di poter avere una chance per 90' almeno in FA Cup".

SIMONE BARGELLINI e MATTEO ANGIOLINI