Un pallone che esce, malinconico, sul fondo e il mondo che crolla addosso. Fiorentina-Napoli è tutta qui, su quel pallone di Ilicic, sulla conclusione che poteva cambiare tutto. Sul 2-2, con un uomo in più e un quadro psicologico a favore in vista dei supplementari tutto sarebbe stato diverso.
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Quell’episodio che ti cambia la vita
L’occasione di Ilicic, la malinconia di un pallone che va fuori
E invece no. Dopo quell'occasione la finale è finita. Un episodio che condanna la Fiorentina. Il calcio è questo, una strada che sembra non percorribile ad un tratto si apre. E devi essere bravo a sfruttare quel momento se vuoi essere davvero tra i grandi.
Basta guardare Vargas. Dopo due gol in poco più di un quarto d'ora, in molti pensavano ad una finale già scritta, ad una Fiorentina che molla. Invece no. Vargas ha dato tutto, lui che era stato criticato in passato per il suo atteggiamento è diventato un modello da seguire. Ha trovato il gol (su magia di Ilicic), ha ridato fiducia alla Fiorentina, ha messo il cuore oltre tutto.
Un episodio, quello del 2-1, che sembrava poter cambiare questa finale che doveva essere una festa per lo sport italiano e che invece sarà ricordata per ben altro.
L'espulsione di Inler, nel finale, aveva fatto poi pensare a qualcosa di bellissimo da assaporare ancora. Un guizzo, un movimento e un altro episodio da sfruttare. E allora torniamo sempre lì, sull'assist di Matri, su Ilicic che guarda Reina e guarda la porta. Su quel maledetto pallone così triste, su quella strada che chiedeva solo di essere percorsa. Per tornare a vincere.
da Roma - NICCOLO' GRAMIGNI
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