Quell’assurdo marzo del 2018

Un mese come questo marzo è difficile da ritrovare nella storia della Fiorentina. Forse impossibile. Un mese in cui sono venute a mancare figure importanti del mondo viola. Lo scorso 4 marzo ci ha lasciati Davide Astori, oggi Emiliano Mondonico. Divisi da quarant'anni di età, ma uniti dal giglio sul petto e nel caso dell'allenatore di Rivolta d'Adda anche nel sangue. Due personaggi apparentemente distanti, ma molto simili, capaci di mettere tutti d'accordo, anche e soprattutto nel momento dell'ultimo saluto.

La scomparsa di Astori ha segnato profondamente l'ambiente viola, che nella sua declinazione di organigramma societario in queste settimane ha vissuto altri due gravi lutti, che hanno riguardato il prof. Vergine e l'addetto stampa Di Francesco. Una società che sta provando a ripartire dopo il grande dolore collettivo e che, dopo aver vissuto anche le suddette scomparse, si trova a dover ricordare commossa anche l'allenatore della promozione in Serie A nel 2004.

Un mese non solo di lacrime di dolore, ma anche di delusione e tristezza, come quelle della Primavera dopo la finale al Viareggio Cup, che sul campo ha dato tutto senza riuscire a centrare il bersaglio grosso. Già, il campo, quel rettangolo verde su cui Pioli e i suoi ragazzi stanno provando a credere in qualcosa che fino a qualche settimana fa era lontano, e che proprio in questo mese di marzo sta diventando avvicinabile: l'Europa League. Ultima tappa del mese Crotone, per centrare la quarta vittoria di fila. A fine stagione tireremo le somme.

E magari in estate, al fresco sulle Dolomiti durante il ritiro precampionato, o nei prossimi anni, ripenseremo a questo assurdo mese di marzo del 2018. A quel Viareggio perso. A quella serie positiva. A Davide e Emiliano, che avevano il viola addosso e non se lo toglieranno mai più.

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