Viola News
I migliori video scelti dal nostro canale

news viola

Qualcuno insegni alla Fiorentina a giocare (con le piccole)

Alla squadra di Montella manca la capacità di impadronirsi del gioco

Federico Targetti

In tempi non sospetti, a fine luglio avevamo analizzato il calendario della Serie A 2019/20 ed eravamo giunti ad una conclusione: il vero valore della Fiorentina non si sarebbe visto nelle prime sei partite, un ciclo di sfide proibitive ma da cui Montella è uscito alla grande; la vera pasta di una squadra che ha ambizione si vede quando davanti ci sono avversari compatti, organizzati, che non lasciano spazi e soprattutto ai quali va bene anche, semmai, un pareggio. In queste partite è necessario dominare il gioco, creare, inventare, mostrare personalità.

Andiamo con ordine. In principio fu il Genoa: sconfitta 2-1 e partita da dimenticare, squadra in bambola e un attacco sterile. Poi l'altra genovese, la Sampdoria, che doveva essere un ostacolo, ma che era in balia della confusione di Di Francesco, e che quindi non ha presentato particolari problemi (eppure nel finale...).

Fine del ciclo terribile, battuto il Milan - o quel che ne rimane - a San Siro, arriva l'Udinese: Milenkovic e Dragowski costruiscono i tre punti con due giocate singole ed estemporanee, per il resto primi segnali di un'asfissia preoccupante. A Brescia c'è sfortuna sull'occasione per Castrovilli, ma c'è solo quella in 90 minuti di frustrazione e passaggi sbagliati. Il campionato va avanti, saltiamo le partite con Lazio e Sassuolo, squadre che giocano a viso aperto, e arriviamo al confronto interno col Parma: anche qui pochissime occasioni e un gol subìto in velocità, con Castrovilli (quanto è mancato oggi) che salva ancora una volta la giornata.

Secondo questo teorema, il Cagliari avrebbe dovuto riaccendere il motore gigliato, visto che la squadra di Maran è da ritenersi a tutti gli effetti una delle migliori del campionato, ma è arrivato solo un orribile passaggio a vuoto. E oggi, a Verona, contro una difesa quasi imperforabile, purtroppo, non era difficile aspettarsi un esito del genere. Fiorentina senza idee, senza il guizzo, senza velocità.

Con Napoli, Juventus, Atalanta, Milan e, in misura minore, Lazio, in due parole contro le squadre più accreditate, abbiamo visto una Fiorentina ora accettabile, ora combattiva, bella, bellissima a tratti.

Contro Genoa, Sampdoria, Udinese, Brescia, Sassuolo, Parma, Cagliari e Verona, cioè le squadre "piccole" (alcune solo sulla carta) abbiamo assistito a spettacoli ora appena decenti, ora soporiferi, desolanti, raccapriccianti. Qual è il problema? Montella ha sempre mantenuto la stessa disposizione tattica. Una possibile risposta: le partite del primo gruppo si preparano "da sole", e c'è una carica psicologica ulteriore che viene generata automaticamente dall'avversario; le partite del secondo gruppo hanno bisogno di qualcosa in più in termini di velocità, precisione, intelligenza tattica e personalità da parte di allenatore e giocatori per essere affrontate al meglio. Ed è esattamente quello che, senza pretese di infallibilità dato che non siamo allenatori, rileviamo mancare alla Fiorentina di Vincenzo Montella.

https://www.violanews.com/news-viola/chiesa-resta-in-panchina-problema-fisico-e-o-mentale-le-versioni-di-montella-e-prade/

tutte le notizie di