Pugno di ferro

Va bene il fair play, le 3D, il calcio come divertimento, ma alla Fiorentina non sono fessi. Il concetto è stato espresso da Andrea Della Valle poche settimane fa (dopo il 'furto' della Roma al Franchi) e rispecchia il modus operandi della dirigenza in queste prime settimane di mercato. Da Jovetic a Pizarro, passando per Ljajic, il messaggio è forte e chiaro: la società non accetta di farsi mettere i piedi in testa da nessuno. E così chi ha tentato di mettere pressione al club viola uscendo allo scoperto - in modo diretto o tramite il nuovo procuratore - ha ottenuto l'effetto contrario, quello di irrigidire ancor più la Fiorentina. La multa (qualche decina di migliaia di euro) inflitta a JoJo e l'ulteriore risposta indiretta mandata alla Juve, è un segnale inequivocabile della voglia di mostrare i muscoli e lo stesso è stato fatto capire al Pek, che sperava di ottenere la rescissione del contratto perchè improvvisamente smanioso di lasciare Firenze. Con meno di 4 milioni non si muove.

La Fiorentina non è un supermercato e Pradè e Macia, su imput della famiglia Della Valle, non hanno paura di andare al muro contro muro con Ramadani. Che, dalla sua, può sfoggiare il manico del coltello nella questione Ljajic, in scadenza nel 2014 e quindi a rischio svincolo in caso di mancato rinnovo (con richieste altissime da parte del giocatore, per ora). Situazione analoga a quella di Seferovic, assistito dal medesimo procuratore, gioiello ad oggi meno prezioso di Adem ma in fase di ascesa, come dimostrano i 10 gol segnati al Novara e anche il timbro decisivo con la nazionale (VIDEO). Saranno due mesi e mezzo complicati, quindi, anche perchè nonostante il pugno di ferro, in casa viola sanno benissimo che tenere giocatori controvoglia non fa bene nè allo spogliatoio nè al bilancio. Ma intanto la Fiorentina è tornata una società forte e un interlocutore con cui scherzare poco. Capito Juve?

SIMONE BARGELLINI

twitter @SimBarg

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