Parola d’ordine: coraggio

Che la Juve fosse più forte della Fiorentina si sapeva anche prima di domenica. E il divario in classifica - salito a ben 27 punti! - parla da solo. Ma se c'è una cosa che è emersa in modo eloquente dalla sfida di due giorni fa, è che cercare di limitare i danni non paga. Anzi, è controproducente, soprattutto per una squadra come quella viola. Che non ha nel suo dna il giocare una gara difensiva con lo scopo di imbrigliare l'avversario. Non è un caso che la Fiorentina sia riuscita a mettere in difficoltà la Juve solo quando ha osato. In primis il suo allenatore, che ha fatto scelte per certi versi coraggiose, buttando nella mischia Wolski e Matos, togliendo dal campo prima Pizarro e poi Gomez. E così i viola hanno preso in mano la partita nell'ultima mezzora e sfiorato più volte il pareggio, dopo 60' di dominio bianconero.

Coraggio non vuol dire incoscienza, perchè presentarsi giovedì con spavalderia allo Juve Stadium potrebbe rivelarsi un mezzo suicidio sportivo. I bianconeri di Conte sono una corazzata, soprattutto in casa e come tale va temuta. Ma se la Fiorentina vuole sperare di tornare a casa con un risultato che lasci aperto, o almeno non impossibile, il discorso qualificazione in vista del ritorno, deve essere se stessa. Possibilmente non nella sua versione più recente, cioè sbiadita e inconcludente. Le difficoltà delle ultime settimane, dall'infortunio di Rossi in poi - torti arbitrali, stanchezza, sfortuna - hanno finito per togliere autostima alla formazione gigliata. E smalto, sia fisico che mentale. La squadra che si divertiva giocando e che faceva della sfrontatezza il suo marchio di fabbrica, sembra aver perso molte delle sue sicurezze. Lo stadio della Vecchia Signora non è esattamente il palcoscenico più semplice in cui rialzare la testa, ma se la Fiorentina vuol giocarsi le sue carte deve avere il coraggio di osare, a partire da Montella e dalle sue scelte di formazione.

SIMONE BARGELLINI

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