""Con quell'Europa un po' così per noi che abbiamo visto Genova", canterebbe Paolo Conte se fosse tifoso viola. Ma la Fiorentina uscita da Marassi rimarrà ferma al palo ed alla parata - ed il portiere blucerchiato se la ricorderà, a giudicare dalla sua espressione - di Viviano nel finale su Babacar: sarebbe stata una gara ostica, la squadra ne era a conoscenza, e la doppia rimonta lo ha dimostrato. Un solo punto, pieno di rimorsi visto il passo falso dell'Inter e la vittoria del Milan che sorpassa i nerazzurri in classifica e porta a cinque le lunghezze sulla formazione di Sousa. Un pareggio, uno stop ponderabile dopo le vittorie che hanno rilanciato la Fiorentina dopo il "Patto" stipulato tra giocatori, allenatore e squadra ed esposto al pubblico lo scorso 18 marzo ma pesante ai fini proprio di questo accordo per l'Europa. Il carattere si è intravisto, la brillantezza meno, anche se con una squadra precaria nel presente e nel futuro sarebbe potuto andare peggio.
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Pari e… Patto: Sousa rettifica, ma l’obiettivo non era l’Europa?
Il pareggio di Genova allontana la Fiorentina dal sesto posto: ed il "Patto" per l'Europa viene messo in discussione dalle parole di Sousa
"Non pari e patta, perché i viola non escono certamente soddisfatti visto il risultato dalla gara di quest'oggi, ma bensì pari e... Patto, messo in discussione dopo la crescita del gap dal sesto posto ma ravvivato dagli scontri diretti e da una striscia senza sconfitte che continua rifucillando le ambizioni. Ancora una volta all'ultimo, nuovamente per mano - anzi, per piede - di Babacar. "Se non abbiamo in testa questo obiettivo appendiamo le scarpe ed andiamo a casa", ha risposto il senegalese a chi gli chiedeva se l'obiettivo fosse sempre quello della qualificazione europea. Intenzioni ben definite quelle dell'attaccante, meno quelle del suo allenatore, che glissa sul tema ammettendo che la meta della Fiorentina non è rincorrere l'Europa. Dichiarazioni discutibili, in contrapposizione con alcuni intenti dichiarati, ma la corsa non può arenarsi. Provarci fino alla fine è un dovere, sebbene il primo pomeriggio genovese abbia portato in dote ai viola ben poco di concreto: talvolta contano anche i concetti astratti e, in tal senso, un'iniezione di fiducia dopo una rimonta di carattere fa sempre bene.
"Dalla sala stampa di Firenze alla mixed zone di Marassi ci sono circa duecento chilometri: l'allenatore è lo stesso, la squadra anche, ma gli obiettivi sembrano essere mutati, tutto d'un tratto. Era il 18 marzo scorso, oggi le cose sembrano però diverse.
""Ci è rimasto il campionato - disse allora Corvino - con dieci partite davanti: sette punti di svantaggio dalla zona europea sono molti ma gli obiettivi si possono raggiungere se davvero ci proviamo e se siamo tutti uniti. Club, squadra e tifosi. Dobbiamo riconquistare i tifosi e possiamo soltanto farlo, partita dopo partita, cercando di raggiungere questo obiettivo. Ci siamo stretti la mano e abbiamo fatto un patto. [...] Vogliamo raggiungere i traguardi e forse non eravamo preparati: però ce l'abbiamo messa tutta", dichiarazioni che ribadivano quelle precedetemente annunciate dopo la vittoria contro il Pescara: "Europa? È una domanda che potrebbe partire dai nostri tifosi. Quando dico che la squadra ha le potenzialità e le capacità per arrivarci non credo di dire una bugia. È una considerazione che parte dal primo posto della prima parte nella scorsa stagione".
"Sembra non essere d'accordo Sousa. Sorgono dubbi sulle sue parole, sull'operato e anche sugli obiettivi condivisi. Ma dovrà parlare il campo adesso, di parole ne son già state spese troppe.
"Il pareggio di Genova dovrà servire da monito per le prossime gare, la riprova che non sarà semplice. Conterà quello che verrà dimostrato in campo. E potrebbe non bastare, in virtù del vantaggio del Milan e dell'Inter. Il "Patto" per l'Europa però non dovrà però sciogliersi ed esaurire quella carica - auspicabilmente forte nei giocatori, velata nei tifosi - per questo finale di stagione.
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