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Pantaloncini neri: “Portano bene” parole degli ex come Merlo e De Sisti…

Pantaloncino nero, che passione. La vittoria contro l’Inter di domenica scorsa ha riportato alla memoria ricordi sbiaditi dal tempo e in qualche modo ha fatto rivivere quella indimenticabile Fiorentina Ye-Ye …

Redazione VN

Pantaloncino nero, che passione. La vittoria contro l’Inter di domenica scorsa ha riportato alla memoria ricordi sbiaditi dal tempo e in qualche modo ha fatto rivivere quella indimenticabile Fiorentina Ye-Ye in grado di conquistare il secondo scudetto viola nel 1969. Quell’anno infatti, capitan De Sisti, così come Amarildo, Merlo e tutti gli altri alzarono i fiori del trionfo con i pantaloncini neri e la maglia viola (a dire il vero con una sfumatura leggermente più chiara rispetto a quella di oggi).

Era il 18 maggio 1969 e la Fiorentina di Pesaola da una settimana (e battendo la Juventus) si era laureata campione d’Italia: «Vedendo le immagini di domenica scorsa mi sono tornati in mente ricordi bellissimi — spiega appunto Giancarlo De Sisti — è stato un onore portare quei colori addosso, anche perché i pantaloncini neri li avevano indossati anche i grandi del primo scudetto. Fossi in Della Valle non li farei più togliere, anche perché il nero sfila». «Il viola sul nero è splendido — aggiunge Claudio Merlo — mi è sempre piaciuto anche quando lo indossavo io e sarei felice se la Fiorentina continuasse in questa tradizione. L’importante è non credere che si è vinto per un discorso cromatico».

Più scaramantico invece l’ex portiere viola Franco Superchi : «Ho sempre creduto nei portafortuna — ammette – per me la maglia viola coi pantaloni neri è quella giusta e poi quando si vince guai a toccare qualcosa. Il fluido magico deve continuare». I protagonisti dell’ultimo scudetto insomma votano decisamente per i calzoncini neri e con loro sembra esserci Adv (il patron avrebbe già dato l’input di ripetere l’accostamento anche per la patta con la Lazio) e un’enorme fetta di tifosi: nel sondaggio in corso sul Corrierefiorentino.it , oltre l’83% dei voti va alla divisa spezzata, indossata (prima del trionfo con l’Inter) l’ultima volta nel gennaio 1980.

Nell’anno del primo scudetto, Chiappella, Julinho e compagni saltuariamente indossavano il nero con la maglia verde, che al tempo, soprattutto in casa, fungeva da divisa alternativa al viola. Vennero poi gli anni Settanta, quelli di Antognoni e del continuo variare tra pantaloncino bianco e nero: «Ho fatto mille battaglie con quei pantaloni neri addosso — dice Giancarlo Antognoni — all’epoca la tv trasmetteva in bianco e nero, l’arbitro era vestito completamente di nero e le squadre dovevano distinguersi con maglia e pantaloni diversi gli uni dagli altri, per questo ogni settimana ci ritrovavamo a cambiare colori dei calzoncini. Io comunque ho sempre amato lo stacco di colore tra la maglia e il pantaloncino, perché in quel modo il viola che avevo sulla pelle risaltava di più. Mi è sempre piaciuto anche il bianco, ma dopo l’exploit con l’Inter è giusto continuare così».

Insieme all’Unico 10, giocava anche un giovane Claudio Desolati : «Spesso nelle borse avevamo entrambi i colori — ricorda l’ex attaccante della Fiorentina — tra pantalone bianco e nero decidevamo solo all’ultimo minuto, di certo uno stacco cromatico ti fa apprezzare ancora di più la maglia, la divisa tutta viola secondo me non rendeva giustizia alla bellezza e l’unicità dei colori della Fiorentina, col nero invece da ora in avanti sarà tutta un’altra cosa». Dunque, è una questione di stile ma non solo. Perché nello sport più che altrove anche da questi piccoli particolari può scattare la molla per un periodo vincente.

Corriere Fiorentino