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PAGELLONE VN: Salah top, Mario Gomez flop

I giudizi alla stagione: Gonzalo difensore bomber, Joaquin si prende la scena, Mati spicca in mezzo. Gli altri…

Redazione VN

NETO 6,5: Subito uno dei voti più complicati. Perchè guardando al campo, il brasiliano è stato nel complesso uno dei migliori della squadra. Rendimento altissimo sia nella prima metà di stagione che poi dopo il ritorno tra i pali post infortunio di Tatarusanu, con partite super come quelle con Roma, Tottenham e Inter. Ha accusato un netto calo, come molti suoi compagni, nel momento cruciale e il punto più basso è la gara di Siviglia con quella clamorosa papera sul secondo gol che, di fatto, ha indirizzato il doppio confronto. A margine ci sono le sue scelte extra campo e la decisione di andarsene a costo zero, legittima ma particolarmente irriconoscente considerata la sua storia in viola, e anche questo non può che incidere (mezzo voto) sulla valutazione complessiva.

TATARUSANU 6,5: Una stagione part time per il romeno, che ha trascorso i primi mesi da riserva, potendosi affacciare in campo solo nei match (abbordabili) del girone di Europa League. Catapultato poi in campo da gennaio, si è fatto trovare pronto mostrandosi un portiere di ottimo rendimento. Sfortunato, però, nell'uscire presto di scena finendo col ri-perdere il posto a scapito di Neto. In totale comunque 17 presenze ufficiali e il messaggio mandato alla società, che lo aveva prelevato a costo zero: di me potete fidarvi.

ROSATI, LUPATELLI e LEZZERINI sv

SAVIC 6,5: E' lui una delle note più liete del reparto difensivo viola. Non avrà i piedi da regista arretrato ma in fase di marcatura ci sa fare davvero. Preciso nella difesa a tre sul versante sinistro, abile anche a destra e come centrale nella difesa a quattro. A White Hart Line in EL è stato schierato anche come terzino destro, ruolo che ha ricoperto con onore. Peccato per l'evidente calo negli ultimi due mesi di stagione (forse anche di più). A24 anni è già uno dei migliori centrali della Serie A, in estate potrebbe partire a fronte di una proposta molto intrigante che finanzierebbe il resto del mercato.

BASANTA 6,5: Arrivato nell'estate 2014 con l'etichetta "è vicecampione del mondo con l'Argentina" quindi è buono per forza, si è inserito bene nel contesto Fiorentina. E' servito un lungo apprendistato nella prima fase della stagione, niente di nuovo quando un giocatore arriva in Italia. Nella fase centrale del campionato ha avuto un rendimento più che buono condito da alcuni gol che hanno valorizzato i calci piazzato. La forza fisica è la sua arma migliore ed è inevitabile che col calare della forma sulla lunga distanza ne risentissero anche le prestazione. Annata positiva, farà parte della Fiorentina del futuro.

GONZALO 7,5: Conferma la carica di Ministro della Difesa viola anche se la sua stagione ha vissuto alti e bassi. Nel reparto arretrato è l'unico ad avere visione di gioco superiore alla media e questo ne fa di lui un elemento imprescindibile. Il suo contributo è prezioso anche in fase di realizzazione (ben 8 gol) e non solo di testa: ha coraggio a prendere il pallone a Roma in Europa League e a realizzare (finalmente) il primo gol su rigore della stagione viola. Alla fine dei giochi è anche quest'anno uno dei calciatori più utilizzati, un fattore che unito all'anzianità di servizio in viola fa di lui un senatore dello spogliatoio.

RICHARDS 5: Quando il pedigree è quello di un giocatore che ha indossato quasi 200 volte la maglia del Manchester City e che ha esordito a soli 18 anni nella Nazionale inglese è lecito aspettarsi tanto. Che poi le risposte siano diverse è un altro discorso. Viene impiegato come terzino destro quando la Fiorentina gioca con la difesa a 4 ma spesso gli viene preferito Tomovic. Nella difesa a tre, invece, è un autentico cataclisma. Quando parte palla al piede dà la sensazione di poter buttare giù tutto ma di cross buoni se ne ricordano davvero pochi. La sua storia con Firenze finisce come una di quelle dove sembrava che potesse succedere di tutto e invece...

TOMOVIC 5,5: Fa il suo, come da tre anni a questa parte. Montella lo utilizza come jolly difensivo e le risposte sono buone. Certo, se ci si aspetta di vederlo arrivare sul fondo e sfornare cross a ripetizione vuol dire che le aspettative nei suoi confronti vanno riviste. Qualche scivolone di troppo in alcune partite ma nel complesso il suo apporto è accettabile.

ALONSO 6,5: E' uno dei cavalli di battaglia di Montella. Nello scorso ritiro di Moena era stato catechizzato per imparare anche a giocare come difensore centrale, ruolo che ha ricoperto a gara in corso nello schieramento a tre solo in rari casi di emergenza. E' cresciuto molto rispetto al suo arrivo tanto che il tecnico lo schiera sempre nelle partite cruciali dell'anno. Dimostra forza fisica e intraprendenza ma tecnicamente evidenzia qualche limite di troppo. Ha il contratto in scadenza nella prossima estate: o arriva il rinnovo oppure può tornare in Inghilterra, campionato forse più congeniale alle sue caratteristiche.

VARGAS 6: Conferma di essere un calciatore recuperato ma non è una delle prime scelte di Montella. Il sinistro è quello dei tempi migliori tant'è che diversi gol li realizza ma con l'età, com'è inevitabile che sia, ha perso qualche cavallo in esuberanza sulla fascia. Viene impiegato come esterno d'attacco, come terzino e come interno del centrocampo a tre: l'adattabilità è una qualità che ha sviluppato soprattutto in questa stagione ed è un grande merito. Chiude la stagione con la fascia da capitano nella gara contro il Chievo e saluta così, probabilmente per sempre, il pubblico di Firenze che lo ha conosciuto in tutte le sue sfaccettature.

PASQUAL 6: Nei primi due anni di Montella era stato titolare inamovibile, quest'anno è andata diversamente. E' senza dubbio il miglior crossatore della rosa ma in questa stagione buttare palla in area poche volte si è tradotto in gol. Quando la Fiorentina decide di puntare sulle coppe diventa il titolare del campionato ma questo non sminuisce il suo ruolo di calciatore estremamente affidabile. Nei momenti più delicati della stagione è sempre lui a presentarsi davanti ai microfoni della stampa, chiaro segnale della sua leadership riconosciuta da società e spogliatoio. Avanti insieme, ancora una volta.

BADELJ 6: Annata dai due volti. Nella prima fase gioca poco e quando lo fa dimostra enormi difficoltà, di ritmo ma anche di gioco. Arrivato nelle ultime ore del mercato dell'estate 2014 viene etichettato come vice Pizarro e disattende le attese. Vuoi un po' perché il calcio italiano richiede un tempo di adattamento, vuoi perché forse il regista non è il suo vero ruolo. Nel girone di ritorno cresce molto, viene schierato stabilmente sia davanti alla difesa che come interno. Non ha un passo fulminante ma grazie all'intelligenza nei movimenti recupera tanti palloni e sa verticalizzare. Conclude l'anno con il gol allo scadere contro il Chievo nell'ultima partita di campionato. Da rivedere.

MATI FERNANDEZ 7: Termina la migliore stagione a livello personale con la maglia viola. Un anno fa si operò in artoscopia alla caviglia destra per un intervento di pulizia articolare. Il risultato? Ha saltato i Mondiali in Brasile ma è diventato titolare con la Fiorentina. I guai fisici in questa stagione si sono ridotti e le sue prestazioni hanno trovato continuità di presenza e di rendimento. Segna poco è vero, ma sa guadagnare punizioni e le sa calciare bene, così come i corner. Ha il contratto in scadenza nel 2016, la società è al lavoro per prolungarlo.

BORJA VALERO 5,5: Dopo la prima stagione straordinaria il suo rendimento si è normalizzato. Il rapporto con la città è sempre buono, nonostante i fischi in Fiorentina-Siviglia che il giocatore non ha gradito. Borja è ancora un ottimo giocatore, intelligente e lottatore. Col tempo la costanza è venuta meno tanto che Montella lo ha anche tenuto fuori dagli undici titolari perché la condiziona migliore tardava a tornare. Nel computo finale la stagione non è sufficiente; dal prossimo anno sarebbe auspicabile rivedere il vero Bora Valero.

KURTIC 5: In linea con le sue ultime esperienze ha iniziato bene ed ha finito per perdersi. La prima vittoria della stagione arriva a Bergamo alla terza giornata grazie ad un suo gol. Tutto faceva pensare che finalmente avrebbe trovato la continuità che gli è mancata in carriera ma anche questa volta l'appuntamento è da rimandare. E' l'unico mediano della rosa, di quelle che quando serve sanno fare legna ma l'eccessiva irruenza e la poco precisione palla al piede lo fanno sembrare estraneo alla filosofia della squadra.

PIZARRO 6: C'è e non c'è, poi c'è e poi non c'è di nuovo. Gli acciacchi fisici, di varia natura, gli fanno saltare tante partite. Forse troppe. In mezzo al campo tutto gira meglio con lui e anche l'atteggiamento dei compagni giova della sua presenza. Alla voce "gol" la casella resta ferma sullo zero e anche il suo apporto nel girone di ritorno è scarso in termini di presenza. Tutti fattori contrastanti che impongono più di una riflessione in vista di un'eventuale conferma.

AQUILANI 5: Il migliore del reparto nella primissima fase della stagione, col tempo si è prima eclissato e poi quasi definitivamente spento. Simile allo studente che potrebbe fare di più, in quest'annata ha contribuito davvero poco ai risultati della squadra. I tiri dalla distanza, marchio di fabbrico del primo Aquilani, sono solo un lontano ricordo. Mati, in sordina, gli soffia il posto in maniera definitiva grazie anche ai suoi numerosi e prolungati infortuni. Il suo ciclo triennale in riva all'Arno si chiude qui, a meno di un clamoroso taglio dell'ingaggio.

LAZZARI, ROSI e OCTAVIO sv

MARIO GOMEZ 4,5: Seconda stagione ricca, purtroppo, di delusioni. E stavolta la giustificazione degli infortuni (lo stop più lungo di 40 giorni in autunno) vale in minima parte. 10 reti in 32 presenze complessive, appena 4 centri in campionato, è il suo score tutt'altro che entusiasmante, accompagnato da tante prestazioni insufficienti. A rendere ancora più negativo il bilancio è il modo in cui si è sviluppata la stagione: il vero Mario Gomez si è anche intravisto, ma solo tra gennaio e marzo quando il tedesco ha segnato l'80% dei suoi gol (8). Il problema sono stati gli altri 7 mesi... Tanto che ha finito per perdere il posto per la sfida decisiva col Siviglia e per il finale di stagione, in favore di Gilardino, uno scenario inimmaginabile fino a poco tempo fa.

BABACAR 7: Il ragazzo è tornato da Modena maturato e pronto all'uso. Tanto da insidiare, fin dai primi mesi, il posto a Mario Gomez. E quando il tedesco si è infortunato in autunno è stato lui a reggere la baracca, con gol pesanti, come quello splendido all'Inter e la doppietta all'Udinese. Ha chiuso la stagione con una media gol invidiabile (quasi 1 ogni 150') e 9 reti all'attivo. Che sarebbero potute essere molte di più se non si fosse infortunato con una certa regolarità, saltando anche gli ultimi 40 giorni.

ILICIC 6,5: Una stagione dai due volti. Decisamente insufficiente fino a gennaio, tanto da spingere la società a (s)venderlo al Bologna, dove però non è voluto andare. Si è riscattato nel girone di ritorno, cambiando atteggiamento e diventando finalmente incisivo. Un finale di campionato super che lo ha fatto arrivare a quota 10 gol stagionali, non pochi.

JOAQUIN 7: Una delle storie più belle di questa stagione. Da emarginato della rosa, a pedina fondamentale. Da quando Montella lo ha "reinventato" esterno del 3-5-2 a novembre, la Fiorentina ha cambiato volto. Spirito di sacrificio unito a grande qualità, lo spagnolo ha disputato 5 mesi di altissimo livello, per poi calare un po' nel finale. Unica pecca in zona realizzativa, solo 2 gol.

BERNARDESCHI 6+: Ma il voto più giusto sarebbe probabilmente sv. Meno di 500' ufficiali spalmati in 12 presenze, con il grave infortunio che lo ha messo ko quando stava iniziando a ritagliarsi spazio. Ha fatto palestra in Europa League e messo a referto comunque 3 reti stagionali. Un bel segnale per il futuro.

DIAMANTI 5,5: Arrivato a gennaio per diventare un titolare, ha iniziato bene ma si è presto eclissato. Forse non ha instaurato un feeling con Montella, che gli ha concesso sempre meno spazio e nell'ultimo mese ha finito per essere una comparsa. Difficile che possa essere riscattato, ma dipenderà anche da chi siederà in panchina.

GILARDINO 6,5: Accolto dallo scetticismo generale, complice l'abbondanza in attacco, ha dato adito ai dubbi nelle prime prestazioni in cui è parso discretamente arrugginito. Ma non si è demoralizzato e ha lavorato duro in allenamento, aspettando il suo momento: e quando si è presentato l'ha colto al volo. Chi l'avrebbe mai detto che avrebbe rubato il posto al (pur irriconoscibile) Gomez? Lo ha fatto pareggiandolo nel conteggio dei gol in campionato, 4 ma in appena un mese e mezzo. Ha buoni motivi per sperare nella conferma.

SALAH 8: Da (presunto) pacco postale nell'affare Cuadrado, a marziano atterrato sul pianeta viola. Un impatto ai limiti dell'incredibile, con gol a raffica e giocate spaziali. Il gol allo Juventus Stadium dopo 50 metri di corsa supersonica rimarrà nella storia. Poi ha ripreso fiato per tornare a sfrecciare al doppio degli avversari nelle ultime partite. Una scheggia impazzita pronta a spaccare la difesa avversaria, il tutto corredato da un bottino di 9 reti (-1 dalla vetta) in meno di metà stagione. Di un'altra categoria, e speriamo possa restare a lungo.

ROSSI ed EL HAMDAOUI sv

MONTELLA 7: Quarto posto in campionato, per la terza stagione di fila, e due semifinali raggiunte. Il tutto senza mai aver avuto a disposizione il giocatore più forte della rosa, tale Pepito. E pensare che si era iniziato male, con appena 13 punti in 11 giornate. Insomma, poco da dire, i risultati parlano per lui. E avrebbero potuto far impennare il voto anche molto più in alto, non fosse stato per quel mese maledetto in cui si sono infranti i sogni di gloria. Qualcosa è stato sbagliato, sia nella gestione degli uomini che in alcune scelte di formazione e, forse, pure nella preparazione fisica. Uscire con la Juve e col Siviglia, fare qualche passo falso in campionato, sono cose che ci stanno, ma magari si poteva farlo in ben altro modo. Peccato, ma non si possono scordare anche le grandi imprese (Tottenham e Roma su tutte) e la stagione resta assolutamente positiva. Molto è anche merito suo, al di là di come andrà a finire la storia.

SIMONE BARGELLINIeSTEFANO ROSSI

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