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Non un traghettatore ma un ponte. Prandelli, la Fiorentina e la fissa per il centro sportivo

FLORENCE, ITALY - MAY 26:  Cesare Prandelli head coach of CFC Genoa during the Serie A match between ACF Fiorentina and Genoa CFC at Stadio Artemio Franchi on May 26, 2019 in Florence, Italy.  (Photo by Giuseppe Bellini/Getty Images)

La Fiorentina presto avrà il Viola Park: e se fosse Prandelli a guidare in futuro le giovanili dopo una seconda avventura sulla panchina viola?

Stefano Rossi

Buffa la vita. Oltre dieci anni dopo l'ultima volta, Cesare Prandelli sente di nuovo l'odore della panchina viola. A Beppe Iachini potrebbe non bastare una vittoria in casa del Parma per rimanere alla guida della Fiorentina, dietro di lui fa capolino il grande ex. In questi dieci anni il suo nome era già circolato, ma le chance di un ritorno non erano mai state così concrete. Il tema però resta congelato fino a domenica, prima c'è la partita. Ad oggi i nomi di Sarri e Spalletti sembrano inarrivabili, ma la finestra resta aperta per giugno. Adesso però serve subito concretezza e un intervento deciso. Oggi la dimensione della Fiorentina è quella di una squadra che deve salvarsi senza ansie, con ampio anticipo per assestarsi nella parte sinistra della classifica.

Perché Cesare? In realtà la domanda è opposta: perché non Cesare? Proviamo a rispondere. A chi ha paura che si sciupi il meraviglioso ricordo che ha lasciato si può dire che Prandelli tornerebbe per amore, per dare una mano in un momento di smarrimento generale. Insomma, nessuno gli chiederebbe il quarto posto come in passato. A chi dice che ha sbagliato troppe scelte negli ultimi anni non c'è una verità sola da replicare. Ma proprio il desiderio di rilanciarsi, unito ad un forte senso di appartenenza e di praticità possono diventare gli ingredienti giusti per ripartire con fiducia, compattezza e con un filo di ottimismo in più verso il domani. "Quando Firenze rema tutta dalla stessa parte può fare grandi cose". L'ha detto più volte Prandelli, da quindici anni ha scelto questa città come casa sua. Su quella panchina tornerebbe di corsa, accettando anche un incarico fino al termine della stagione.

E poi? Ecco, questa risposta è la più complessa. Ma aprire il ventaglio sulle soluzioni offre una prospettiva che può diventare intrigante. La prima: dovesse far bene, perché non confermarlo ancora? Lui sì che ha mostrato di saper gestire squadre con obiettivi europei. Oppure c'è un'altra ipotesi, ad oggi una suggestione e basta: farlo diventare il direttore del nuovo Viola Park e responsabile del vivaio viola. Quello attuale, Valentino Angeloni, è "prestato" al settore giovanile. Prandelli è stato una vita a Bergamo, come giocatore e allenatore del vivaio. L'Atalanta vanta quello più florido e prospero di tutta l'Italia. "Un centro sportivo porta sette-otto punti a fine stagione" ripeteva come un mantra Cesare. Quando lo diceva lui sembrava un marziano. Oggi che il progetto sta diventando realtà, perché non affidarlo anche a lui che ne era stato un sostenitore in tempi non sospetti? Così facendo non sarebbe un traghettatore, ma il ponte per il futuro della Fiorentina.

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