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Non chiamatelo “estraneo”: c’è un Maurito nel pallone

L'attaccante potrebbe rivelarsi il vero uomo in più della Fiorentina in questa seconda parte di stagione

Federico Gennarelli

La risposta è arrivata dal campo e anche dalla testa. Mauro Zarate sembra finalmente tornato, sembra aver ritrovato quelle caratteristiche che lo hanno sempre contraddistinto: proprietà balistiche superlative, senso del gol e visione di gioco pregevoli. Sullo sfondo la dolorosa vicenda della moglie, colpita da un male complesso e difficile da sconfiggere. A risentirne, di fronte a tali disgrazie, il fattore psicologico, inevitabilmente.

Il conseguente utilizzo con il contagocce ha fatto sì che piano piano, il numero 7, giunto a Firenze nel gennaio 2016, fosse messo sempre più ai margini della formazione: a quel punto, nemmeno i 3 gol collezionati contro Carpi, Verona e Udinese nella seconda parte della scorsa stagione - decisamente sottotono per i viola - in 15 gettoni in Serie A sarebbero bastati per riabilitare l'argentino agli occhi dei tifosi. Soltanto 56 minuti giocati in campionato e 29 in Europa League, questi ultimi conditi da una doppietta con il Qarabag nel 5-1 casalingo viola, hanno contribuito a creare un bilancio del nuovo anno decisamente in negativo. Il messaggio però, è chiaro: proprio contro gli azeri quelle mani al cielo e quel messaggio sulla maglia - rigorosamente viola -  "Gracias Dios, Nat te amo" hanno un preciso significato: 'Sto tornando'. Agli albori di novembre, con il mercato invernale sempre più vicino, il nome di Zarate ha così cominciato a circolare nelle liste dei partenti di Corvino, in particolare destinazione Bologna ed Empoli. Probabilità difficili, sia per sostenere l'ingaggio del giocatore che per l'effettiva disponibilità dei possibili acquirenti (LEGGI QUI).

Maurito, però, ad andarsene non ci sta. Dopo un mese e mezzo di panchine e presenze a singhiozzo, sintonizza le frequenze sulla vittoria firmando l'assist decisivo per Babacar nel successo sul Palermo, mentre, nella partita più significativa e delicata, con avversaria quella Lazio delle vecchie controversie, segna un gol e risulta fra i migliori, una rete liberatoria, con esultanza contenuta ma dal valore inestimabile, nonostante la sconfitta finale.  Da 'esubero' a valore aggiunto il passo è breve: ne sa qualcosa il Napoli. Zarate segna uno dei gol più belli da quando veste la maglia gigliata, raccogliendo con un'esecuzione splendida quanto difficile un suggerimento al bacio di un Bernardeschi in serata da campione e scagliando in rete il momentaneo 3-2 sfumato solo a pochi secondi dal fischio finale.

Il mercato è sempre più vicino, ma ora il suo trasferimento, ora, appare più lontano. Mauro non è più estraneo, ma appare sempre più 'in palla', o meglio 'nel pallone', nell'accezione positiva, si intende. E chissà, allora, che per il 2017 non possa essere proprio lui il primo vero acquisto della Fiorentina.

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