Inutile girarci troppo attorno: la terza sconfitta consecutiva patìta dalla Fiorentina ha momentaneamente ridimensionato i sogni di gloria del pubblico. Mai come quest’anno la topica di Mario Ciuffi “Siamo ufficialmente in lotta per il terzo Scudetto!” aveva riscosso seguito tra i tifosi. La sosta natalizia sembra aver interrotto quella macchina quasi infallibile guidata da Montella. La zona Champions dista adesso sette punti e gli entusiasmi derivati dall’arrivo di Giuseppe Rossi in ottica europea sembrano essere lontani anni luce. Troppo presto probabilmente e senza una visione lungimirante per quanto riguarda il girone di ritorno. A cominciare dalla sfida di domani contro il Napoli, la Fiorentina disputerà tutti i big match tra le mura amiche ad eccezione delle sfide contro la Juventus e la Lazio. L’esclusione dalla Coppa Italia non ha aperto la corsia preferenziale verso una qualificazione all’Europa League ma è anche vero che adesso la squadra di Montella avrà un solo obiettivo da perseguire e il lavoro settimanale potrà essere gestito al meglio.
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Niente è perduto
Nel girone di ritorno i big match saranno giocati quasi tutti a Firenze…
Andando a guardare le partite più insidiose sulla carta nel calendario Pasqual e compagni incontreranno Juventus e Inter alle quinta e alla sesta giornata a metà Febbraio mentre la sfida di Roma contro la Lazio sarà il 10 Marzo. Nella dodicesima giornata arriverà il Milan di Allegri ad arrivare al Franchi nella settimana dopo Pasqua. Il 5 Maggio sarà la volta della Roma di Zeman squadra che fin qui ha sconfitto due volte la Fiorentina. Incontri diluiti nel tempo (ad eccezione delle imminente sfide di Torino contro la Juventus e di quella contro l'Inter) che potrebbero essere fondamentali per recuperare i punti lasciati per strada nelle ultime settimane.
Portando a Firenze Giuseppe Rossi la società ha fatto capire che questa squadra deve tornare nei quartieri nobili del calcio. La prima occasione di riscatto è proprio contro i partenopei e qualora dovessero arrivare punti l’allarme disfattismo rientrerebbe; è la storia del tifo di Firenze che lo fa pensare.
STEFANO ROSSI
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