Gigi Nicassio, primo allenatore di Gaetano Castrovilli, ha parlato a Radio Bruno Toscana:
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Nicassio: “Firenze città che ama il calcio, ecco perché si esalta a vedere Castrovilli”
Parla il primo allenatore del centrocampista viola
Gaetano tutto quello che fa lo fa con disinvoltura. Ho sempre detto che gioca allo stesso modo di fronte a dieci spettatori come a diecimila, ha qualcosa in più degli altri. Ci ha messo del suo per emergere, viene da una famiglia umile. L'assist per Milenkovic? Ha messo il pallone con la forza giusta nello spiraglio giusto. Lui corre e la testa è come un faro, ecco perché anticipa sempre la giocata. Quando era bambino lo sfidavo a colpire la traversa dal limite dell'area, era l'unico che riusciva a battermi.
Conosco Firenze perché ho giocato nella Rondinella, è una città che ama il calcio, ecco perché si esalta a vedere Gaetano. Alla sua famiglia dicevo se 'gioca in C non prende palla, se gioca in B inizia a farsi vedere, se gioca in A diventa un fenomeno', ecco perché giocando con gente come Ribery si esalta. Va dato atto a Montella di aver capito subito la sua forza e quanto poteva dare. Più passa il tempo e più la gente si chiede 'questo da dove viene', eppure noi già lo sapevamo vedendolo giocare da ragazzino.
Quando Guidi mi chiamò per avere un consiglio gli dissi 'con Gaetano non sbagli, lui arriva dritto in prima squadra'. Gaetano ha superato le difficoltà facendo sacrifici enormi insieme alla famiglia, suo zio Minbo ogni giorno faceva con lui 200 chilometri per andare agli allenamenti. Nazionale? Se arriva la convocazione non si monta la testa, resta la stessa persona. Quando mi porta la sua maglia della Fiorentina la appendo al mio centro sportivo.
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