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Mutu: “Vorrei rigiocare contro il Rangers, potevamo vincere la Coppa Uefa. Allenare la Fiorentina il mio sogno”

EINDHOVEN, NETHERLANDS - APRIL 10:  Adrian Mutu of Fiorentina celebrates after scoring the opening goal during the UEFA Cup Quarter Final between PSV Eindhoven and Fiorentina at the Phillips Stadium on April 10, 2008 in Eindhoven, Netherlands.  (Photo by Ross Kinnaird/Getty Images)

Adrian Mutu ha raccontato la sua carriera calcistica e il suo futuro da allenatore a Sky Sport

Redazione VN

Adrian Mutu, storico 10 della Fiorentina di Prandelli, è intervenuto a Sky Sport:

Sono in isolamento, come dovrebbero stare tutti, sono a Bucarest. Prandelli mi diceva sempre di visualizzare un cerchio tra il terzo e il quarto uomo in barriera, e io mi arrabbiavo con lui, perché gli dicevo che non battevo così le punizioni. Diciamo che queste liti ci hanno aiutato, perché ho fatto dei gol importanti su punizione. Pazzini? Ai suoi tempi c’era anche Vieri, con il quale si dividevano la maglia numero 9, e Giampaolo mi diceva sempre che facevo gli assist solo a Bobo. Allenatori? Ne ho avuti tanti molto importanti, Capello, Lippi, Malesani e altri grandi. Quello che mi ha ispirato di più, però, è stato Prandelli. Con lui ho avuto un rapporto bellissimo, e ora che sono anche io allenatore capisco tante cose che mi diceva ai tempi. La differenza tra lui e gli altri, è che insegnava calcio. Allenare la Fiorentina? Diciamo che è il mio sogno nel cassetto, ma sono ancora in un momento di studio. So cosa vuol dire la Serie A, e nel caso voglio farmi trovare pronto al 100%. Rigiocare una partita? Rigiocherei volentieri l’andata e il ritorno contro i Rangers, semifinale di Coppa Uefa. La rigiocherei perché negli ultimi minuti del ritorno ho avuto un colpo di testa su un cross dalla destra, e l’ho schiacciato troppo, tirando fuori. Quell’anno potevamo davvero vincere la Coppa Uefa. Mia filosofia da allenatore? Diciamo che la prima cosa da fare è sempre adattarsi a dove ci si trova, se si è in un club di alto livello o che lotta per salvarsi e via dicendo. Alcuni allenatori se lo possono permettere, ma sono Mourinho, Guardiola, Mancini e via dicendo. Io mi devo adattare a quello che c’è, e per questo sto molto attento alla mia difesa. Frey? Abbiamo un bellissimo rapporto, dalla Fiorentina in poi siamo diventati molto amici. Siamo come fratelli, ci sentiamo quasi tutti i giorni. Mi ricordo il cucchiaio che gli feci in un Cesena-Genoa, gli andai a chiedere scusa subito dopo. Club? La squadra a cui sono più legato è sicuramente la Fiorentina, per il legame che c’è a tutt’oggi tra me e la città. Rigore contro l’Italia? Buffon mi conosceva, è stato l’unico portiere con il quale ho sbagliato due rigori. All’Europeo volevo tirare sotto la traversa, ma presi il pallone troppo bene e riuscì a prenderla salvando la partita. Dainelli? Parlare con il capitano è sempre bellissimo, ora a lui piace fare il dirigente, è sempre stato un leader silenzioso e non vedo l’ora di lavorare un giorno con lui. Ricordi? Direi la gara contro il Genoa da 3-0 a 3-3, la vittoria ad Anfield, la vittoria amara per 3-2 contro il Bayern Monaco, con quel gol della Madonna di Robben, e poi diciamo il ritorno in casa contro i Rangers. Così ci sono due momenti belli e due meno belli, ma è giusto ricordare anche quelli.

https://www.violanews.com/news-viola/pazzini-mutu-non-mi-faceva-mai-gli-assist-quanto-ci-siamo-diveriti/