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Morte Astori, professor Peter Schwartz: “Bradiaritmia? Sono molto scettico”

Il parere del professore esperto sul decesso di Astori

Redazione VN

In attesa dei risultati dell'autopsia, che chiariranno le effettive cause della morte di Davide Astori, dell'improvvisa scomparsa del difensore della Fiorentina ha parlato a Sportmediaset il professor Peter Schwartz, medico, cardiologo e scienziato considerato uno dei massimi esperti in materia:

"Attraverso i media si è parlato di “morte per bradiaritmia” (cioè per rallentamento progressivo della frequenza cardiaca fino all’arresto). Personalmente sono molto scettico su questa interpretazione. Sono rarissimi i casi (alcune malattie genetiche familiari) nei quali una grande riduzione della frequenza cardiaca porta a morte, in assenza di altre patologie. Il fatto che negli atleti la frequenza cardiaca di notte scenda a livelli molto bassi (intorno ai 30 battiti/minuto) può aver spinto le ipotesi in questa direzione, ma non si muore per questo. Sembrerebbe che dall’autopsia gli esperti periti abbiano dedotto che la morte è stata lenta; un elemento che potrebbe supportare questa ipotesi di solito è la presenza di un imponente edema nei polmoni. Tuttavia quest’ultimo può verificarsi anche con una morte da tachiaritmia (cioè da aritmia ad alta frequenza cardiaca), che è la causa più frequente di morte improvvisa. Pur non avendo alcun dato sull’autopsia è questo il meccanismo che io ritengo più probabile".

Entrando nello specifico medico, Schwartz, che sempre lavorato a livello internazionale, soprattutto negli Stati Uniti e in Sud Africa, ed è l’unico ricercatore europeo le cui ricerche sono state finanziate dal governo americano ininterrottamente, proprio per la loro importanza, per oltre quaranta anni, ha aggiunto che "La morte improvvisa è dovuta a fibrillazione ventricolare (il cuore passa di colpo da 60-70 battiti/minuto a 4-500 battiti/minuto e non riesce più a espellere il sangue nelle arterie, la pressione arteriosa crolla a zero e dopo pochi minuti vi è la morte cerebrale). In molte malattie cardiache genetiche, e tipicamente negli atleti, questa fibrillazione ventricolare è preceduta da una aritmia meno veloce (circa 170-250 battiti/minuto), la tachicardia ventricolare, che fa scendere di molto la pressione arteriosa ma, se il soggetto è in posizione orizzontale (come quando si dorme), non sotto a 40-50 mmHg di pressione arteriosa. A questi livelli si perde la coscienza ma non si muore e il cervello continua a ricevere un po’ di ossigeno. Senza un pronto intervento esterno, dopo un tempo variabile da pochi a parecchi minuti, la tachicardia evolve in fibrillazione ventricolare e la persona muore. Questo tempo, relativamente lungo, può benissimo causare un importante edema polmonare. In questa fase il paziente emette dei suoni preagonici (“gasping”) che svegliano l’eventuale compagno/a di camera e che spesso permettono di salvargli la vita".

Ma quali malattie potrebbero quindi aver causato la morte di Astori?

"Senza aver visto gli esami clinici fatti negli anni ad Astori, e soprattutto gli elettrocardiogrammi (ECG), è poco cauto pronunciarsi - spiega Schwartz -. Due malattie associate a morte improvvisa nel sonno sono la sindrome del QT lungo tipo 3 e la sindrome di Brugada. Mi sembra però improbabile che i cardiologi che controllano tutti gli atleti professionisti come Astori non se ne fossero accorti. L’esame genetico potrebbe portare le risposte giuste".

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