Questa settimana, il Brivido Sportivo, ha avuto il piacere di intervistare in esclusiva il patron nerazzurro Massimo Moratti che, dopo tanti anni di assenza, questa sera potrebbe tornare al Franchi per godersi una partita che si preannuncia bella e combattuta tra la Fiorentina di Montella e l’Inter di Stramaccioni. Così, in vista del match che verrà giocato di notte a testimonianza della sua importanza, Moratti ha parlato alle pagine del nostro giornale, spaziando tra presente e passato, ricordando le qualità dei due allenatori più giovani della serie A, ma anche la classe e la potenza di due grandi personaggi del calcio anni Novanta. E poi un pensiero nei confronti di Sinisa Mihajlovic, attuale ct serbo molto stimato nell’ambiente nerazzurro. Un’intervista, questa, che non lascia spazio a rancori, screzi o polemiche, ma che si concentra sul presente, guardando solo per un attimo al passato, più con orgoglio che con nostalgia.
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Moratti: “Jovetic giocatore delizioso”
Il pres. dell’Inter: “Fiorentina squadra pericolosa. Montella uno dei migliori”
Presidente, prima di tutto un suo parere sul momento-no che sta passando la Fiorentina e anche sul tecnico viola, Montella.
«Quello della Fiorentina è relativamente un periodo-no. La squadra, anche quando non ha raccolto risultati, non ha giocato male. Anzi. A volte – capita anche a noi – pensi di aver impostato bene una partita, poi le cose non vanno come previsto, a dimostrazione che in Italia non esistono partite facili. Contro nessun avversario. Questo però non toglie niente in qualità e in pericolosità alla squadra viola né alla sua classifica, perché ogni traguardo è ancora lì a portata di mano. E tutto questo è legato alla bravura del suo allenatore, Vincenzo Montella, senza dubbio uno dei migliori del nostro campionato».
Stramaccioni e Montella: giovani allenatori al timone di due tra le squadre più importanti della serie A che tra l’altro si conoscono e si stimano. Ecco, vede qualche analogia tra loro?
«Sì, sono due giovani che si stanno mettendo in evidenza e riconosco ad entrambi molte qualità. Il coraggio e la trasparenza. La passione per il calcio, il fatto di essere sempre diretti e di non essere mai banali nelle spiegazioni su come è stata o sarà impostata una partita. Sono allenatori moderni anche dal punto di vista della comunicazione, all’avanguardia. Insomma sono due uomini affidabili sia sotto l’aspetto umano che tecnico».
Considerando che la Fiorentina è uscita sconfitta sabato scorso dal match contro la Juve mentre l’Inter arriva dalla vittoria col Chievo, ma anche dalle fatiche di Coppa di giovedì con il Cluj, che partita si aspetta stasera?
«Sicuramente una partita difficile».
C’è un giocatore della Fiorentina che le piace in modo particolare?
«Beh, sicuramente Jovetic. Starà anche passando un periodo difficile, ma resta un giocatore delizioso e molto pericoloso».
Da Jovetic ad un altro giocatore che lei ha sempre stimato: Luca Toni. Che ne pensa del campionato disputato fino ad oggi dal centravanti di Pavullo?
«Penso che è stato bravo lui ed è stato bravo l’allenatore a dargli fiducia, a farlo rinascere psicologicamente. Montella lo ha responsabilizzato e questo ha esaltato Toni, sulle cui qualità è inutile discutere».
A proposito di centravanti, vorremmo fare un passo indietro. Un suo ex giocatore, il difensore Fresi, proprio al Brivido Sportivo ha dichiarato che Batistuta e Ronaldo, il suo Ronaldo, siano stati tra i migliori giocatori ad aver mai giocato nel campionato italiano. È d’accordo?
«Assolutamente sì. Beh Ronaldo – ha detto il patron nerazzurro con orgoglio quasi paterno – è stato il più grande che ci sia mai stato. Era impressionante, aveva progressione, potenza, classe. Oggi c’è Messi che è il migliore al mondo, ma i due hanno ruoli diversi: il brasiliano era un centravanti, come Batistuta, un altro grandissimo. All’Inter abbiamo avuto la sfortuna di viverlo solamente alla fine della sua carriera, ma nonostante tutto, ricordo come fosse ora la paura che incuteva ancora alle difese avversarie. Loro due (Ronaldo e Batistuta, ndd) sono realmente stati due centravanti top».
Tra l’altro tra lei e Batistuta c’era stima reciproca: quando l’argentino lasciò Firenze, si mormora avrebbe preferito giocare nell’Inter piuttosto che nella Roma, dove comunque si è tolto la soddisfazione di aver vinto uno scudetto.
«Beh, sapeva della stima che tutto l’ambiente nerazzurro aveva nei suoi confronti».
Dall’attacco al centrocampo, reparto che avete rinforzato a gennaio acquistando, tra gli altri, anche l’ex viola Kuzmanovic. Che parere ha di questo giocatore?
«Si sta ambientando e sta facendo molto bene. È arrivato da poco, ma già si intuiscono due cose: la prima tattica, la seconda umana. Ovvero, che è un giocatore ordinato che potrà essere molto utile all’Inter e che è un bravissimo ragazzo, educato e rispettoso».
Le piacerebbe, un giorno, avere sulla panchina dell’Inter Sinisa Mihajlovic?
«Dunque, è logico che in questo momento la nostra panchina è ben occupata da Stramaccioni che sta facendo molto bene e che toglie a qualsiasi altro tecnico la possibilità di allenare la nostra squadra. Detto questo, dico anche che di per sé Mihajlovic avrebbe meritato sicuramente la panchina dell’Inter per svariati motivi: per il comportamento impeccabile che ha sempre tenuto, per la sua riconosciuta lealtà e poi anche perché lo reputo un ottimo allenatore».
Infine una domanda sul suo rapporto con Diego Della Valle. Dopo qualche sussurrato dissapore, c’è ancora stima tra di voi?
«Con Diego Della Valle c’è un buon rapporto».
Ma stasera lei sarà presente al Franchi? Perché sono anni, ormai, che non segue l’Inter a Firenze…
«È vero, è un bel po’ di tempo che non seguo l’Inter non solo a Firenze, ma più in generale in trasferta. Però è possibile, vista anche la concomitanza col Torneo di Viareggio, che oggi sia presente allo stadio».
Grazie mille presidente. Allora arrivederci… magari a questa sera al Franchi.
«Grazie a lei e complimenti per il coraggio e la bravura. In bocca al lupo per tutto a lei e al suo Brivido Sportivo».
Michela Lanza
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