Stasera Vincenzo Montella è stato protagonista de "I Signori del calcio", su Sky Sport. Ecco cos'ha raccontato della sua carriera da giocatore, ma soprattutto da allenatore: "Sono cresciuto ad Empoli, Firenze era il sogno, l'evasione, una città non grandissima che ti regala sempre emozioni quando la attraversi, ci sono scorci che ti rimangono dentro. La mia Fiorentina? Deve essere più cinica, a volte ci accontentiamo di tenere il pallone. Non so se esiste la perfezione nel calcio, ma dobbiamo comunque migliorare. Mi piace osare, ma è logico che ci prendiamo dei rischi. Della mia squadra mi piace che è coraggiosa, puntiamo in alto".
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Montella si racconta: “Firenze era un sogno da giovane”
“Ispirato da Spalletti. Non dobbiamo accontentarci. Stupito da…” (COMM.)
"Lo scudetto? Ho un bel ricordo, ma forse non l'ho vissuto a pieno. Del giorno del trionfo ricordo che avrei voluto che segnasse Delvecchio, se lo meritava. Totti? Abbiamo imparato a conoscerci piano piano. Il mio carattere? Sono riservato come mio padre. Capello? Capisce i giocatori e riesce a farli rendere al meglio, io mi sentivo maltrattato perchè mi diceva di continuo che mi avrebbe fatto entrare dopo 5 minuti, invece continuavo a scaldarmi. Comunque è stato il più bravo ad allenarmi fuori dal campo, in campo invece il migliore era Spalletti, calcolava ogni situazione, è lui che ha ispirato il mio metodo da allenatore. Negli ultimi anni infatti gli chiedevo alcune cose per imparare, anche per i metodi di allenamento. L'idea di diventare allenatore mi è venuta quando mi sono infortunato alla Sampdoria, ero fermo per 40 giorni, e quindi mi sono messo a frequentare il corso. Poi è arrivata la Roma con Pradè e Conti e mi ha affidato i Giovanissimi". Roma da allenatore? Ci sono dirigenti che vogliono sentirsi dire quel che piace a loro, io dico la verità, altri no. Mi dispiace non aver avuto Zeman come allenatore.
Il mercato della Fiorentina? Ci siamo confrontati tante volte io, Macia e Pradè, sono stati tutti acquisti concordati. Quello che mi ha stupito più di tutti e Borja Valero, malgrado lo conoscessi. Non so dove possiamo arrivare, non abbiamo affrontato ancora tante situazioni e non voglio fare proclami, perchè so che ad un allenatore in Italia può succedere di tutto.
FRANCESCO CIANFANELLI
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