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Milenkovic: “Spero di restare qualche anno a Firenze. Ma sogno un top club… e il Mondiale”

Il serbo si racconta: dalla tragedia di Astori al sogno Mondiale con la Serbia: "Vidic e Maldini i miei idoli"

Redazione VN

Dopo un iniziale periodo di adattamento, Nikola Milenkovic si è preso la Fiorentina, e una maglia da titolare con regolarità nella seconda parte di stagione. Il centrale serbo si racconta a Il Giornale, parlando della sua esperienza in riva all'Arno e dei progetti futuri: "Il sogno è la convocazione in nazionale per andare al Mondiale. Ma sarà comunque una competizione strana senza l'Italia. Distratto? Assolutamente no. A Firenze sto benone. Penso solo al campo e a lavorare, solo faticando potrò crescere e migliorare molto".

Si aspettava di trasformarsi così velocemente da giovane sconosciuto a rivelazione? "Quando l'estate scorsa sono arrivato a Firenze sapevo soltanto di dover lavorare a fondo. Sono cresciuto fisicamente, tatticamente e anche in qualità in un campionato molto difficile".

Cosa non ha funzionato invece nella Fiorentina? "Abbiamo giocato bene molte gare, ma abbiamo perso anche troppi punti. La Fiorentina deve essere ogni anno in Europa. Ora vogliamo chiudere bene a San Siro".

Una stagione maledetta. "La morte di Astori è stata una tragedia immensa. Il capitano è nel nostro cuore. Noi abbiamo giocato ogni gara per lui e penso che Davide dal cielo sia orgoglioso per come ci siamo comportati".

Il suo sogno di uomo e calciatore? "Desidero lasciare una bella traccia a Firenze restandoci un po' di anni. Un giorno vorrei giocare in una squadra tra le più forti al mondo. Ora spero di andare in Russia".

Il Mondiale senza l'Italia? "Da piccolo guardavo sempre gli azzurri e sinceramente sono dispiaciuto che non ce l'abbiano fatta. Senza l'Italia è un Mondiale strano. Ho seguito la sfida decisiva con la Svezia: non credevo ai miei occhi con tutte quelle occasioni da gol sprecate".

Il suo idolo di sempre? "Il serbo Vidic. Da lui posso imparare tanto, guardo i suoi video. Mentre tra i difensori italiani non ho dubbi, Paolo Maldini. Ho studiato anche lui, un riferimento assoluto".

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