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Fiorentina, attenta: Milano torna da bere. E l’eurozona è sempre più affollata

La Milano da bere si prepara a tornare protagonista in ambito calcistico: Milan e Inter avranno soldi freschi da spendere, la concorrenza per la zona Europa si infittisce...

Stefano Rossi

La Milano da bere si prepara a tornare protagonista in ambito calcistico. Dall'Oriente stanno arrivando le facoltose cordate imprenditoriali che intendono investire nel calcio italiano. Sulla sponda Inter si è registrato ieri l'ingresso di Suning che ha effettuato un aumento di capitale di ben 142 milioni. Entro un anno andrà quanto meno ridotto il forte debito che il club ha accumulato ma un colosso così potente e solido avrà gli argomenti giusti per presentarsi davanti alla commissione Uefa e far valere le proprie ragioni in ottica Fair Play Finanziario. Dall'altra parte dei Navigli, per il momento, si è visto solo Vincenzo Montella. Un tecnico bipartisan poiché gode della stima di Berlusconi e convince maggiormente i cinesi in arrivo rispetto ai profili più mesti e low di Giampaolo e Brocchi. La nuova cordata, secondo i più informati, sarebbe pronta a mettere subito 100 milioni sul mercato. All'orizzonte, dopo anni di buio e difficoltà di ogni tipo, sta per tornare il sole a Milano. Inter e Milan, che quest'anno per la prima volta sono rimaste entrambe fuori dalle coppe, cominceranno un duello a distanza per riavvicinarsi a chi sta al vertice nel minor tempo possibile.

Nelle ultime stagioni la Fiorentina è stata abile a sfruttare il vuoto lasciato dalle due meneghine navigando nella terra di mezza fra Juventus, Napoli e Roma e le altre. Ma i tempi stanno cambiando: forse servirà ancora una stagione affinché i nuovi corsi decollino ma il tavolo delle big sul campo si sta nuovamente allargando. Vanno aggiunte due sedie che costringeranno le altre a sgomitare per avere ancora spazio e rimanere competitive. A Firenze serviranno idee, meglio se tante e geniali. Perché con un monte ingaggi da ridurre e una squadra parzialmente da ricostruire il gioco si fa duro e la possibilità, sulla carta, di trovare qualche difficoltà in più si fa concreta. Si adoperi la proprietà affinché non tocchi a Firenze bere il calice amaro che stanno preparando in Lombardia. Sarebbe il secondo in pochi mesi dopo quello mandato giù a inizio 2016 quando le speranze di gloria hanno lasciato spazio alla stagione dei rimpianti.

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