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Matos: quando il dribbling non basta…

La stagione positiva del brasiliano a cui manca la posizione in attacco

Redazione VN

Nel calcio quando si parla di attaccanti sono molte le caratteristiche che contraddistinguono i grandi giocatori. Certo, la tecnica e la precisione contano molto per un centravanti ma a volte la storia del calcio ci ha dimostrato che non è sempre cosi. Non è cosi no, perchè se cosi fosse, allora uno come Jorge Valdano avrebbe avuto pienamente ragione a dire ad uno come Filippo Inzaghi "che non era buono nemmeno a dribblare una sedia". Inzaghi non sarà mai stato un rappresentante della tecnica o del dribbling da fuoriclasse, ma i risultati li ha ottenuti (70 reti in carriera in competizioni UEFA per club, 2° soltanto a un signore che di nome fa Raúl González Blanco e che detiene il record con 77 marcature). Ciò che conta veramente per un attaccante però, è la posizione in attacco. Quella posizione che Ryder Matos fa fatica a trovare. Nella sconfitta contro la Roma il giovane brasiliano non ha demeritato più dei suoi compagni, ma ha dimostrato ancora difficoltà di adattamento al campionato italiano e di posizione nel reparto offensivo. Matos aveva iniziato la stagione 2013-2014 in punta di piedi e silenziosamente. La scorsa estate arrivò in ritiro in prima squadra come "sicuro partente" e piano piano è riuscito a ritagliarsi sempre più spazi nelle idee e gli schemi di Montella, tanto da decidere a fine estate 2013 di trattenere il "sicuro partente" e schierarlo in molte occasioni da titolare. Cresciuto calcisticamente nel capoluogo toscano ha sempre giocato da esterno d'attacco sulla sinistra.

Quest'anno gli infortuni di Rossi e Gomez, gli hanno permesso di avere più spazio e di fare più presenze del previsto. Il buon bottino ottenuto in Europa League ( 8 presenze, 3 gol e 2 assist) non si è però rispecchiato in campionato. Con Rossi e Gomez out e Rebic che faticava ad inserirsi, Montella ha puntato su di lui fin dalla prima parte di stagione, ritagliandogli per bisogni di modulo, un ruolo più da centravanti. Matos durante la stagione è comunque cresciuto e rimasto sempre il solito: ovvero il ragazzo serio che arriva agli allenamenti a piedi e con lo zaino in spalla. L'impegno Ryder l'ha sempre messo in campo, ed infatti non sono mai mancati i complimenti dei dirigenti (vedi Pradè nella gara contro l'Udinese). Non trovando spazi e spunti centralmente, forse anche per via di una struttura fisica che non lo favorisce, Ryder si ritrova spesso a giocare sulla sinistra come esterno, dove riesce ad esser più pericoloso in velocità, o sulla trequarti campo ad accompagnare il palleggio della squadra ma lasciando l'area di rigore avversaria sempre priva di giocatori viola nel mezzo.

Vincenzo Montella riconosce ed apprezza le caratteristiche di Matos, visto anche che nelle ultime settimane lo ha preferito per 3 turni consecutivi a Matri, schierandolo titolare. Ora la palla però passa a Ryder che, fino a fine stagione e in futuro, dovrà dimostrare di acquisire una buona posizione in attacco da punta centrale, in modo da facilitare il gioco di Montella ed esser più pericoloso sotto porta.

La società punta su di lui, essendo uno dei pochi prodotti del vivavio viola, e la tifoseria, che ha sempre apprezzato il suo impegno in campo, lo apprezza. Certo Dnipro, Pacos Ferreira, Pandurii ed Esbjerg non saranno Juve, Roma o Napoli ma Ryder deve abituarsi anche a squadre di questo livello. A Ryder serve questo: acquisire anche un minimo della posizione in attacco che tanto ha caratterizzato giocatori come Inzaghi, quella posizione che serve a farti fare la differenza e ti permette di incidere.

LEONARDO VIGNOZZI