Alla presentazione delle nuove maglie della Fiorentina per la stagione 2013/2014 gli sguardi erano tesi, i giornalisti gesticolavano frasi sconnesse di calciomercato ed intanto scorrevano le modelle con indosso le maglie da portiere. Belle, non c'è che dire. Si, ok. Eppure mancava qualcosa. Nell'aria c'era decisamente altro. Ma cosa? Ad un certo punto si gira un fotografo che, dopo aver cliccato per 149 volte sulla propria macchina in cerca di uno sguardo interessante, annuncia vox populi: "Scusate, avrei da fare una domanda: Vu' parlate tutti di queste maglie. Ok, bellissime. Anche le modelle. Ma ora: le maglie, le maglie e le maglie. Oh Gomezze???". Seguì un applauso di 87 minuti ininterrotti, con ovazioni al grido di "wilkommen" , "Uli Ferber" e "Pradè santo subito". Delirio totale al centro sportivo. Il solo suono di Mario accostato a quello di Gomez aveva gettato nel caos tutta la sala stampa. "Ma se arriha i'panzer, ci tocca fare il ballatoio. Un ci si sta neanche distesi!".
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Mario Gomez e lo sbarco (finto) a Peretola
L’attesa è alle stelle. Tutta Firenze aspetta il suo bomber che intanto…
Intanto, come dicevamo, Mario il tedesco era sbarcato in terra italiana. A Trento per essere più preciso. Ad Arco per essere pignoli. La radio locale "Radien trentinen rumeniggen" era anche riuscita a fare un'esclusiva pazzesca. In mattinata aveva raggiunto telefonicamente il giocatore che, finito di cantare l'inno della Fiorentina per la 45 esima volta consecutiva, dichiarava: "Ragazzi, vu lo sapehe. E mi garba la Fiorentina, c'è poco da fare. Ho parlato du sehondi fa con i'mio agente Uli Ferber. La Fiorentina è un toppe clubbe, attro che Bayerne". Parole inequivocabili, rilasciate con un classico accento triestino contaminato brianzolo. A Firenze nel frattempo era esplosa la Mario mania (no, non ho scritto radio maria). L'arrivo a Firenze era imminente. I giornalisti avevano già imboccato la strada che portava all'aeroporto di Peretola "Amerigen Vespuccen", colui che scoprì i gol di testa del panzer sui peggiori campi della Bundesliga.
Ma all'arrivo a Peretola, ecco che qualcuno scorge un viso noto: "Ragazzi, ma quello è Marotta!". "Beppone? Sei tu?". "Ehm..Io..No, in realtà...". Era lui, Beppe Marotta. "Ma che ci fai qui?". "Io? No, niente. Ho sentito che dovrebbe arrivare un giocatore tedesco". L'aveva rifatta: dopo Berbatov, anche Gomez. Ci risiamo, pensarono i giornalisti fiorentini. Ma alle 19.56 in punto ecco che atterra un volo da Arco di Trento, un diretto: scende lui, Mario!. Calca infinita, flash accecanti e microfoni come se piovesse. "Oh che vu' fahe??" le sue prime parole. "So venuto fin qui per vincere il famoso terzo scudetto, gente!". Delirio incontenibile. La folla lo segue e lui, salito sul vespino, ringrazia: "Ci si ai' Franchi". Che giornata, ragazzi. Stupenda. Memorabile. Restava soltanto un dubbio: ma Marotta che fine aveva fatto? A fine serata Sky Sport annunciava: "E' arrivato il giocatore tedesco tanto atteso dalla Juve a Peretola: si chiama Felipe Per Le Melen". Il nome dice tutto e c'è chi ancora, leggende, racconta di vedere ogni tanto in sogno il ds della Juve con in mano un cartello: "wilkommen Mario". A bocca asciutta.
MATTEO DOVELLINI
twitter @MatteoDovellini
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