"Non fu Paulo Sousa a scoprirlo, ma il portoghese fu il primo a dargli fiducia. Abdou Lahat Diakhatè scaldò i cuori dei tifosi viola nel precampionato del 2015. Amichevoli di prestigio, come quella con il Chelsea, che domina la sua immagine del profilo su Instagram, e una convocazione in Europa League contro il Le ha Poznan, complici le assenze di Valero e Pizarro. Sarebbe potuto diventare il più giovane esordiente nelle coppe europee, battendo il compagno Minelli, e il terzo nella storia della Fiorentina, dopo Banchelli e Malusci. Tutto questo a sedici anni. Lui, preso dai viola non dopo il leggendario scout di Piazza dell'Indipendenza, che era tra i più floridi talenti del settore giovanile.
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Ma che fine ha fatto Diakhatè? Sousa croce e delizia, dal Chelsea al possibile record poi…
Sousa lo aveva inserito nel giro della Prima Squadra, poi qualcosa si è rotto
"Poi, probabilmente, un'incomprensione a causa di un allenamento saltato per motivi personali. E da quel momento, il senegalese è tornato mestamente in Primavera, senza più intravedere spiragli di Prima Squadra. Neanche quando il tecnico portoghese, invischiato in alcuni problemi a centrocampo, chiamò Fabio Maistro e Reimao.
"Adesso, da fuori quota, è uno dei perni della formazione di Emiliano Bigica: fisico imponente, esperienza importante nella categoria, sarebbe però forse il momento di farlo crescere tra i professionisti. Lo scorso anno, dopo l'infortunio di Vitja Valencic, arrentrò come regista, lasciando spazio a Gaetano Castrovilli nel ruolo di mezz'ala. Il suo talento è ancora lì, presente, forse offuscato da una necessaria crescita a livello calcistico-mentale, per essere maggiormente continuo e concentrato durante la partita, evitando giocate superflue o cali di ritmo. Sprecarlo, per lui e per la Fiorentina, sarebbe un peccato. Stefano Pioli sembra non vederlo: a Moena non è andato, così come in Prima Squadra, nonostante la moria di alternative a centrocampo. Anzi, nell'ultima gara contro la Juventus "gli ha mandato" Ianis Hagi che, da fuori quota e coetaneo, gli ha tolto il posto per motivi di regolamento. La speranza, però, è l'ultima a morire.
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