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Ljajic, la Fiesole come talismano

Genio e sregolatezza, adesso la Fiorentina crede in lui (COMMENTA)

Redazione VN

Una porta per amica. Quella sotto la Fiesole, per Adem Ljajic, è quasi un talismano. Un bersaglio magico più facile da individuare rispetto a tutti gli altri. In quella porta, il 18 settembre 2010, è arrivato il primo gol in Serie A. Proprio contro la Lazio. Sempre lì anche la prima rete su azione, contro il Brescia. Festeggiata come uno scudetto dall'allora tecnico Mihajlovic che, per l'occasione, offrì una cena di pesce a tutta la squadra. Stesso luogo dell'esecuzione, metaforica, del portiere del Chievo Sorrentino: trafitto da una splendida punizione. Era il 1 aprile 2012. Data dell'ultima rete di Ljajic in campionato prima di domenica. Nel mezzo pure il tocco vincente in Coppa Italia col Novara. Dove? Sotto la Fiesole, ovvio.

Rinascita

Se i gatti hanno sette vite, Ljajic li batte alla grande. Morto e risorto, calcisticamente parlando, un'infinità di volte: con talento ed immaturità che lottano furiosamente nella testa del potenziale campioncino. Adem a Firenze sembrava non avere più futuro. Stritolato da cioccolata e play station, patenti ritirate ed allenamenti svagati. Protetto dal «fratellone» Jovetic, certo. Quanto criticato da buona parte del cosmo gigliato. Compresa una tifoseria stufa di veder tradita la propria fiducia. Fuorigioco di Jo attivo o meno, il gol di domenica (atteso in campionato quasi 7 mesi) è in grado di scrivere una pagina diversa dell'Adem fiorentino. Giovedì a Genova può toccare ancora a lui. Stimolato dalla concorrenza di Toni, incoraggiato da una ventata di fiducia che nuovamente lo circonda.

Contatto

Ovvero quello che finalmente sembra esserci tra testa e piede destro del piccolo principe. Ljajic prova a rimanere aggrappato alla chance concessagli da Pradè e Montella. L'ultima a Firenze. A primavera risultava fuori rosa, in estate praticamente ceduto (al Torino). Prima di un ritiro precampionato convincente unito alla voglia di vederlo sbocciare in viola. Ci riuscirà? Impossibile dirlo. L'atteggiamento si avvicina molto a quello giusto, il feeling col tifo si sta ricomponendo. E se cominciasse a vedere la Fiesole dietro ogni porta…

Giovanni Sardelli - La Gazzetta dello Sport