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Bernardeschi: “Ho voluto il rinnovo, la 10 grande orgoglio”

“Ho accettato insulti e chiacchiere da professionista. Cercherò di ripagare la fiducia del club”

Stefano Fantoni

Dopo la conferenza stampa di Khouma Babacar dal ritiro di Moena, un altro giovane attaccante viola prende la parola. È Federico Bernardeschi, che dalle 13 parlerà nella sala stampa "Manuela Righini" all'interno dello stadio Franchi. Segui le sue dichiarazioni in diretta su Violanews.com.

"Sono arrivato a dieci anni e ho sempre saputo cosa è la Fiorentina e cosa può dare ad un giovane. Se non ci eravamo trovati d'accordo l'anno scorso non è perché c'era dietro la Juventus o altre squadre, semplicemente volevamo far combaciare i nostri progetti. Ho ricevuto tanti insulti e tante chiacchiere, li ho accettati senza fare polemica da professionista. La mia volontà non è mai stata andare via a Firenze.

Spero sempre di dimostrare il mio valore. La parte economica, non prendo in giro nessuno, è importante, ma un giovane deve guardare ad altro. L'anno scorso venivo da un anno di prestito, dovevo crescere e non ero ancora importante. L'infortunio mi ha fatto perdere un po' di cammino. Quest'anno mi hanno fatto capire che puntano su di me e cercherò di ripagare la fiducia.

Io e Babacar la nuova B2? Perché no, ho un compagno di valore accanto. Spero che quest'anno sia la stagione in cui posso confermarmi in un grande palcoscenico come Firenze. Bandiera viola? Ho sempre un po' sognato questa cosa, ma so che non è facile perché sono cambiate tante cose. Prima di diventarlo si deve conquistare Firenze.

Rossi? Senza infortuni sarebbe al Real Madrid o al Barcellona, è un fenomeno sia come persona che come calciatore. Tecnicamente come lui? Prima devo dimostrare tanto. Gli insulti dei tifosi non fanno piacere, non c'era niente di concreto e hanno creduto un po' troppo alle voci. Li ho accettati a testa bassa, sono fatto così e ho voluto dimostrare che rinnovare era la strada giusta. Sousa? Non entro nel merito di moduli o schemi, è giusto che ne parli lui. Differenze con Montella? Ognuno è fatto a modo suo, normale che non sono uguali. Mi sono trovato bene con Montella e sto facendo altrettanto con Sousa.

So benissimo cosa significa vestire la maglia numero 10, ci sono tante pressioni, l'hanno portata tanti campioni. Quando li vedevo giocare dicevo a mio padre 'magari arrivare lì un giorno con quella maglia'. Ho scelto questo numero perché dopo tutti questi anni me la sento un po' questa maglia. Non è presunzione, è orgoglio. La maglia azzurra spero sempre di indossarla. All'Europeo U21 non sono arrivato al 100%, ringrazio comunque il mister. Già che ci sono, voglio ringraziare anche la famiglia Della Valle che mi ha sempre aiutato.

Secondo me la Fiorentina ha sempre investito tanto sul settore giovanile, adesso arrivano i frutti: ci sono tanti ragazzi d'oro che stanno emergendo. Capezzi è pronto, a Varese ha fatto bene, lo stesso Fazzi a Perugia. Lezzerini diventerà un grande portiere, Diakhatè non serve nemmeno che parlo. Quando sono entrato in campo per la prima volta al Franchi non è stata la stessa cosa di Crotone, che ringrazio perché se sono qui è anche per merito loro. Firenze è calda e passionale, ti dà più gioie e più dolori. Con Babacar ne abbiamo sempre parlato del rinnovo, di cosa ci avevano dato questa società e questi tifosi, per cui sapevamo dove eravamo e cosa fare".

STEFANO FANTONI

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