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Bernardeschi: “Non mi sento un leader. La vittoria con l’Inter ci ha dato una spinta importante”

"Il mio paragone con Cruyff? Sono rimasto sempre me stesso, so chi sono io, sono un ragazzo semplice ed umile ed è così che voglio rimanere"

Stefano Niccoli

Giorno di vigilia per la Fiorentina, impegnata giovedì sera in Europa League contro il Tottenham. Federico Bernardeschi ha parlato così in conferenza stampa in vista della gara contro la formazione inglese.

"Non mi sento il leader della squadra, ne abbiamo tanti. Siamo una squadra particolare. I risultati ci stanno dando ragione. L'Europeo? Ci sono tante partite, penso solo alla Fiorentina.

Un desiderio? A 22 anni ne ho tanti, come la salute ad esempio. Legge sulle unioni civili? Non mi sono informato, lo farò il prima possibile.

La vittoria con l'Inter è stata importante, le vittorie all'ultimo minuto sono le più belle, ci ha dato una grossa spinta in vista di domani, ci ha fatto capire che abbiamo mezzi importanti.

In Italia i giovani emergono con più difficoltà che all'estero, ma vedo che la mentalità sta cambiando. Il Tottenham è forte, ma ce la metteremo tutta per fare bene e vincere.

Mi metto a disposizione della squadra, sarà il mister poi a scegliere il mio ruolo. Sono a Firenze da dodici anni, è una cosa bella che porto dentro di me. Il mio paragone con Cruyff? Sono rimasto sempre me stesso, so chi sono io, sono un ragazzo semplice ed umile ed è così che voglio rimanere. So che un ragazzo può sbandare, ma se ha delle buone basi, non penso che faccia fatica a restare concentrato.

Sono autocritico, ma questo mi permette di crescere. Dovrei essere più concreto, ma do sempre il massimo. Fin da Moena ci siamo compattati. Se siamo arrivati a questo punto sia in campionato che in Europa League, vuol dire che ce lo siamo meritati. Col Tottenham la partita più importante in carriera? E' una delle più importanti".