news viola

Borja Valero: “L’addio a Firenze fu triste. Vorrei giocare tutte le partite, ok anche il regista”

Così Borja Valero al suo ritorno a Firenze: "Voglio guadagnarmi il rispetto della gente non per quello che ho fatto ma per quello che farò"

Simone Torricini

Dopo l'ufficialità arrivata ieri nel pomeriggio, oggi era il giorno della presentazione alla stampa di Borja Valero, di rientro a Firenze dopo le tre stagioni trascorse nella Milano di sponda nerazzurra. Di seguito le sue parole.

"Sono molto felice, grazie per come mi avete accolto un'altra volta a Firenze. Oggi è una giornata in cui parlare di cose felici, per cui quel momento (l'addio nell'estate del 2017, ndr) preferisco lasciarlo là dove è rimasto. Ovviamente è stato un momento molto triste per me per il modo in cui si sono fatte le cose. Devo anche ringraziare l'Inter perché sono stati bravi a quel tempo a portarmi a Milano".

"Per venire qua si è parlato di tante cose, in primis di quello che posso dare come giocatore, perché so di poter dare tanto in campo e mi allenerò come un bambino (sorride, ndr) per farlo vedere al mister, poi sarà un problema suo. Io cercherò di giocare tutte le partite. Poi ovviamente per la mia esperienza credo di poter dare una mano alle persone che arrivano da fuori o magari ai più giovani. Penso di poter dare molto in questo senso, dopo ovviamente vedremo, oggi me la sento ancora di giocare e non ho ancora pensato al futuro al di là del calcio".

"Con l'Inter siamo stati lì, vicino a vincere qualcosa e alla fine è stato un peccato. Nella mia carriera ho avuto tanti bei momenti ma mi è sempre mancato di vincere qualcosa, che sarebbe stata la ciliegina sulla torta. Qui sarò un giocatore della squadra di tutti gli effetti e voglio guadagnarmi il rispetto della gente non per quello che ho fatto ma per quello che farò. Sono convinto al 100% di poter essere un giocatore utile per la Fiorentina".

"Nel periodo in cui sono stato a Firenze la prima volta ci fu una rivoluzione, tantissimi giocatori nuovi, ma anche le altre squadre come quelle di Milano non erano al loro massimo livello e noi ne abbiamo approfittato. Peccato che non c'era il quarto posto per la Champions perché l'avremo giocata tanti anni...".

"Il ruolo? Negli scorsi anni all'Inter ho giocato da regista a due, l'ho fatto tante volte ed è un ruolo che posso fare perfettamente. Poi starà al mister decidere se devo giocare e in quale ruolo. Le mie caratteristiche sono quelle, mi piace correre, dare tutto. Ma credo che anche giocare regista basso possa darmi delle belle soddisfazioni personali. Non è da me chiudermi finestre o porte, come dicevo vedrà il mister negli allenamenti cosa posso dare lì o più avanti o anche da nessuna parte, alla fine è lui che deciderà".

"Mio figlio Alvaro? Quando gliel'ho detto... lui non è nato qui ma è cresciuto qui, ha tutti i suoi migliori amici qui... quando gliel'ho detto è salito in camera e saltava da tutte le parti, era felicissimo".

"Io un esempio? Non voglio essere esempio di niente per nessuno, faccio quello che faccio perché credo sia giusto portando avanti dei valori che mi hanno insegnato a casa fin da piccolo. Mi hanno chiamato da tantissimi posti, quasi ovunque mi offrivano più anni di contratto e più soldi ma al cuore non si comanda, si segue quell'istinto lì. Da quando ho saputo che non avrei rinnovato il contratto con l'Inter ho sempre saputo che la mia opzione sarebbe stata: o qua o qua".

"Chiesa? Quando me ne andai Federico era un bambino, ma già si vedeva che aveva grandi potenzialità. Nel periodo più difficile l'ultimo anno alla Fiorentina, quando non riuscivamo ad uscire dal buco nero, lui era lì a darci una mano ed è stato prezioso. Mi auguro che possa avere un grande futuro nel calcio perché il potenziale lo ha. Allenarsi accanto a campioni come Franck Ribery può solo aiutarlo ad imparare ed è quello che farò anch'io a 35 anni...".

"A centrocampo c'è tantissima competizione e questo farà la differenza, quando c'è competizione ci si allena meglio durante la settimana e la domenica saliremo ad un livello ancora più alto grazie a questo. Commisso? Oggi è venuto al centro sportivo e ha parlato con tutta la squadra, non ho ancora avuto il piacere di parlarci personalmente".

"Il gol alla Fiorentina con l'Inter? È stata una grande emozione, ho anche pensato che avrebbe potuto essere la mia ultima partita al Franchi visto che a fine contratto non sapevo dove sarei andare. Il numero di maglia? L'ho deciso con mio figlio che è il più appassionato di calcio, è il giorno in cui è nato lui".

"Gli attaccanti? La Fiorentina ha una bella rosa, ovviamente devo ancora conoscerli bene, devo allenarmi ancora un po' con loro per capirli e anche aiutarli nel miglior modo possibile. Quando li conosci è anche più facile servirli nel modo giusto. Non sono io che devo dare indicazioni al direttore sportivo".

tutte le notizie di